“Seguo con molta preoccupazione le notizie sulle conseguenze dell’incendio al deposito di stoccaggio rifiuti della Loas di Aprilia. Mi riferisco alle conseguenze sulla salute e sulla vita di tutti i giorni della popolazione, ma anche e soprattutto sulle carenze burocratiche ed amministrative che si vanno evidenziando, in parte simili a quanto già verificatisi nel caso della Eco X di Pomezia.
Sulle cause che hanno determinato il rogo credo che la magistratura vada lasciata serenamente svolgere il suo lavoro. Sono certo che sarà verificata l’esistenza delle autorizzazioni dei singoli enti preposti nella procedura di proroga delle autorizzazioni, e nel contempo se, in un settore così delicato come quello dei rifiuti, sia possibile rilasciare un documento “temporaneo” ad un’azienda che è stata già interessata dall’azione della magistratura, giustificando il tutto con la carenza di personale e mezzi per effettuare i controlli. Ma l’azienda aveva presentato almeno una autocertificazione?
Credo però che per la città di Aprilia vada fatto un ragionamento più complessivo ed occorra valutare l’introduzione di una variante urbanistica che tenga conto della direttiva Seveso III. Su questo territorio infatti insistono quattro insediamenti industriali soggetti alla normativa, oltre che una serie di attività comunque fonte di pericolo in caso di incidente, tra cui diverse che rientrano nel ciclo del trattamento dei rifiuti o comunque di estrazione di energia da essi.
E’ importante dunque il piano di prevenzione, attraversa la predisposizione degli strumenti amministrativi adeguati e quello successivo dei controlli. Ma rimane aperto un terzo interrogativo. Cosa succede dopo l’intervento della magistratura? Cosa cambia in concreto per gli abitanti, soprattutto per i quartieri a ridosso delle strutture produttive? Penso alla situazione della Sep di Pontinia, guidata da un amministratore giudiziario e che ha richiesto un finanziamento dallo Stato, ma anche ad un sito di stoccaggio di ecoballe sequestrato dalla magistratura al centro della zona industriale di Aprilia e che ho potuto visionare dall’esterno in un recente sopralluogo. Mi domando: si è proceduto alla messa in sicurezza?
Accertamento delle responsabilità e rafforzamento dei controlli sono importanti, ma rischiano di cadere nel vuoto se poi le aziende attenzionate o sequestrate dalla magistratura non sono riconvertite con criteri che rispettano la salute dei cittadini ed il territorio che le ospita. Per quanto mi riguarda, su input dei cittadini, avevo già iniziato un’attività di verifica, interessando anche il precedente prefetto. Continuerò con maggiore vigore, perché credo fermamente che nessuno debba vivere o lavorare sotto la spada di Damocle di un grave incidente a pochi metri dal portone di casa. La green economy non può essere solo uno slogan. Una svolta verde nelle politiche economiche è necessaria e il diritto alla salute irrinunciabile”.
A dichiararlo l’onorevole Raffaele Trano.