Non si placa la polemica tra il Movimento 5 Stelle e la Giunta guidata dal Sindaco Antonio Terra.
Uno degli attivisti del Movimento, Antonio Pierri, ha indirizzato al primo cittadino apriliano una lettera aperta dai toni sarcastici.
La quale che si conclude in maniera molto dura nei confronti del Sindaco Terra, suggerendo addirittura il commissariamento di Aprilia:
“C’era una volta un Sindaco poco attento – esordisce Pierri – che aveva fatto in passato una discreta esperienza come assessore.
Ma che, una volta diventato primo cittadino, non sapeva prendere una decisione.
Lui si arrabattava fra tanti “se”, “ma”, “faremo”, “vedremo”.
Ma di fatti concreti neanche l’ombra.
Anche quando i venti malefici spinsero verso il suo paese una gigantesca nube tossica lui prese una decisione.
Perché lui quella nube proprio non la vedeva.
Infatti, probabilmente, la sua vista era così annebbiata dai fumi del suo cervello non abituato a gestire criticità, che non ci riusciva proprio.
Neanche quando una consigliera osò ricordargli che nulla aveva fatto qualche anno prima in un rogo divampato sulla via di Nettuno lui mosse ciglio.
Oggi dal nulla, come se niente fosse, come se non fosse scritta e mai scritta, esce dal mazzo una delibera di cui nessuno sapeva nulla.
Forse quelli disattenti siamo stati noi a non beccare il barbatrucco di un gioco di prestigio che farebbe impallidire anche il miglior Silvan?
Credo proprio che questo sindaco abbia sbagliato mestiere.
Perché le con le sue abilità da circense avrebbe fatto una splendida carriera nel migliore dei circhi Togni.
Ma la domanda che mi sto ponendo e che vi giro è questa.
Può un sindaco che non ha nessun interesse nella salvaguardia del suo paese e nella sicurezza dei suoi cittadini, che è sotto processo per giochi di prestigio il cui trucco poi è stato scoperto, che riceve soldi da qualcuno e non sa di averli ricevuti, che spende in modo discutibile i fondi della comunità, continuare a gestire la cosa pubblica?
Forse andrebbe rimosso ed il suo paese affidato all’istante ad un commissario.
Ai posteri l’ardua sentenza”.
di Massimo Pacetti