Non accenna a scemare il dibattito sul Decreto Sicurezza ed in particolar modo sulla disobbedienza civile annunciata da alcuni sindaci di grandi città italiane, quali Luigi De Magistris a Napoli e Leoluca Orlando a Palermo.
Anche ad Aprilia, nell’ambito del nord pontino che ha attivato lo Sprar e che attualmente ospita circa la metà dei migranti previsti in virtù di calcoli demografici, seppur il sindaco Antonio Terra ancora non ha preso alcuna posizione ufficiale, diverse e altrettanto dure sono state le prime argomentazioni espresse. Ricordiamo i precedenti interventi di Aprilia Possibile (versante centrosinistra) e Aprilia in Prima Linea (civica del versante radicalmente opposto).
Questa volta, l’intervento è schierato dalla parte della legge ed è della voce autorevole dell’Ugl, che richiama i sindaci all’ordine e all’ubbidienza. Come a dire, le leggi vanno rispettate e, se volete contestare, utilizzate gli altri strumenti democratici di cui disponete nel vostro ruolo di capo di un’amministrazione comunale.
“Non è accettabile osservare – scrive Elvio Vulcano, coordinatore nazionale per la stampa e le comunicazioni del sindacato di Polizia di Stato Ugl Les – diversi sindaci pronti a disobbedire alle leggi dello Stato per la semplice e banale ragione per la quale è inammissibile che chi incarna le istituzioni, a qualsiasi livello, dichiari di non voler rispettare la legge dello Stato che rappresenta. La macchina statale non può funzionare se tutti gli ingranaggi non rispondono in modo univoco alle indicazioni delle norme giuridiche che quella si è data poiché si creerebbe una dissonanza che può inevitabilmente amplificarsi fino a raggiungere l’arbitrio. Se passa il principio che le leggi si rispettano solo se coerenti con il proprio pensiero, il risultato è il caos. Immaginate se cominciassero ad applicare la legge in base al proprio pensiero gli operatori della sicurezza. Noi restiamo tuttavia ligi alle regole di questo Paese e lo facciamo al di là dell’orientamento politico popolare che questa nazione governa. Se passasse il principio della disobbedienza, ci sarebbe il caos e non solo istituzionale. Per tale ragione ci appelliamo alle istituzioni politiche, che siano di buon esempio ed usino i canali previsti dalla Costituzione per la messa in dubbio della rispondenza delle norme giuridiche di qualsivoglia provenienza alla nostra legge fondamentale. Indipendentemente da qualsivoglia convinzione personale e politica noi crediamo fermamente che la legge sia uguale per tutti e che nessuno possa sentirsi legittimato a violarla ed ammettere il contrario sarebbe devastante poiché lascerebbe spazio a gravi e pericolose derive”.