Ex Freddindustria, ennesima stoccata di Aprilia Possibile alla Rete dei Cittadini

Possibile: “La “Rete del cemento” approva l’ennesima variante secca proposta dall’Amministrazione Terra in Commissione urbanistica”

“Siamo per delle varianti mirate soltanto all’edilizia di pubblica utilità” Era il 2009 e, ai microfoni di RaiTre, l’allora candidata Alessandra Lombardi, presentava con questa frase il punto di partenza del programma politico della Rete dei Cittadini. Per quasi dieci anni la Rete dei Cittadini di Aprilia – schieratasi in opposizione per poi entrare in maggioranza – ha governato la nostra Città, e ha mutato opinione su questo argomento in diverse occasioni, facendo squadra con la maggioranza Terra. In particolar modo nelle ultime commissioni urbanistiche, dove è stato approvato un progetto per l’area ex Feddindustria che prevede 13 palazzine a 5 piani e 2 torri (200 mila mc di cemento circa). L’ennesima variante secca, dopo le tante già concesse dall’Amministrazione Terra, che in campagna elettorale ormai 5 anni fa aveva promesso un nuovo Piano Regolatore Generale. Altro cemento, altre abitazioni.

Per molto tempo abbiamo pensato che la Rete dei Cittadini potesse essere un argine alla deriva cementificatrice di questa maggioranza che, su questo tema, si è dimostrata in perfetta continuità con le precedenti amministrazioni: non è stato così. La Rete ha perso nel tragitto i Cittadini, trasformandosi nella “Rete del Cemento”. Si continua a riempire questa Città di abitazioni, si occupa suolo, si aumenta la distanza tra le persone ed i servizi. Si impoveriscono i cittadini. Aprilia infatti vede un numero elevatissimo di abitazioni sfitte od invendute che provocano, anche sul mercato edilizio, una concorrenza al ribasso che riduce il valore degli immobili. Se ne stanno accorgendo moltissimi cittadini che, avendo comprato con grandi sacrifici un’abitazione, con mutui ed interessi, oggi fanno fatica a venderla o affittarla ad un prezzo dignitoso. Certamente la crisi del mercato immobiliare è un fattore non solo locale ma è del tutto evidente che, esistendo un’offerta completamente sproporzionata alla domanda, i prezzi crollano.

Senza contare che spesso si viene beffati da Acqualatina, che non garantisce gli allacci, mentre i depuratori delle acque scure non riesco neanche a gestire la mole ingente di utenze già esistenti. Si impoverisce inoltre la qualità della vita. Nuove abitazioni, nuova espansione abitativa significano meno servizi per i cittadini: i fatti, non le chiacchiere, lo dimostrano plasticamente. Le opere di compensazione come il Palazzetto dello Sport (mai costruite!) diventano la foglia di fico di qualche politico per nascondere il disastro urbanistico della Città e continuare a permettere cementificazione e assurdità di pianificazione. Serve un Piano Regolatore ad Impatto Zero. Aprilia ha bisogno di un progetto di ampio respiro, che guardi lontano nel tempo e che tuteli l’ambiente, la qualità della vita e gli investimenti dei suoi cittadini. È necessario svincolare il futuro del nostro territorio dalle esigenze di bilancio. Non si può continuare a finanziare servizi per i cittadini con l’edilizia ed accorgersi dopo trent’anni di aver costruito una città in cui gli stessi servizi non esistono o sono palesemente sottodimensionati.

Aprilia ha bisogno di una rivoluzione intelligente. Aprilia Possibile non è contro lo sviluppo, non è contraria alla crescita della Città. Chi sostiene questo racconta, semplicemente, balle. Sentiamo però l’esigenza di contrastare questo disastro in cui il nostro territorio è stato portato e che oggi continua a non vedere fine. C’è bisogno di riequilibrare il rapporto servizi/abitanti, evitando di consumare altro suolo. Aprilia si sta lentamente trasformando in una Città fantasma, a causa di una politica miope e poco capace: noi vogliamo salvare, con serietà ed impegno, il territorio in cui siamo nati o in cui abbiamo scelto di vivere. Per questo motivo, ci appelleremo al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti perché intervenga immediatamente a bloccare il progetto approvato in Commissione e già bocciato dalla Regione stessa e dal TAR.

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