Femca Cisl di Latina contraria al recente accordo sottoscritto tra la Direzione Aziendale della Johnson & Johnson Medical di Aprilia e parte della RSU Uiltec-Uil; secondo questo accordo verranno tagliati del 20% alcuni minimitabellari del CCNL nei confronti dei neo assunti.
“Una decurtazione di salario che non trova giustificazione in questa azienda che, non va dimenticato, appartiene ad un colosso che produce farmaci, apparecchiature mediche e prodotti per la cura personale e l’automedicazione attraverso 230 siti sparsi in 57 stati, i cui prodotti sono venduti in 175 paesi e che occupano oltre 110 mila persone. Una multinazionale, il cui utile netto si aggira tra i nove ed i dieci miliardi di dollari, può mettere in campo strategie diverse sul come attuare politiche di risparmio che non sono certo quelle di pretendere elemosina da parte di lavoratori precari, andando a colpire economicamente delle famiglie in un momento tanto delicato“, afferma Roberto Cerere, segretario generale del Femca Cisl di Latina.
Il Sindacato si schiera, quindi, dalla parte dei lavoratori. “Come sindacato territoriale– continua- siamo pronti a firmare anche accordi che costano sacrifici ai lavoratori, mantenendo però sempre il punto delle prerogative sindacali; quanto accaduto alla J&J di Aprilia assomiglia tanto ad un’operazione di sfruttamento che non può trovare spazio o giustificazione, secondo quanto afferma l’azienda, nella categoria dei contratti innovativi che sono ben altra cosa. Siamo evidentemente di fronte solo ad un tentativo nato per sfruttare il lavoro di 4 persone appena assunte che, per aver garantito un posto di lavoro, si piegano a queste vessazioni“.
Roberto Cecere non manca di sottolineare la forte discriminazione che si verrebbe a creare da alcuni lavoratori; discriminazione che andrebbe a scapito della coesione all’interno dell’azienda.
“Tra l’altro– continua Roberto Cecere- l’intesa contiene anche alcune ambiguità perchè, pur rientrando nell’ambito delle disposizioni relative al c.d. “contratto a tutele crescenti” questi lavoratori non si vedranno applicare la disciplina relativa ai licenziamenti introdotti dalla legge 183 dello scorso 10 dicembre“.
“Ciò va a ledere diritti fondamentali dei lavoratori e che seguiamo con preoccupazione. Abbiamo chiesto un incontro urgente con la Direzione Aziendale per cercare di capire cosa sia effettivamente accaduto e cosa si nasconda dietro questo accordo che, più lo si legge e più fa acqua da tutte le parti“, conclude.