Fiera di Campo Verde: La presentazione dell’Assessore Marchitti

Il responsabile delle Attività Produttive parla della 32^ edizione della Fiera di Campoverde

Prenderà il via sabato 22 aprile la 32ª edizione della Fiera di Campoverde.

Si tratta di una delle attività più importanti per il ramo produttivo del nostro territorio.

Abbiamo deciso di parlarne con l’Assessore Vittorio Marchitti, responsabile proprio di quel ramo per il Comune di Aprilia.

Assessore Marchitti, la Fiera di Campoverde è arrivata alla 32ª edizione.

Che segnale rappresenta questo traguardo per il nostro territorio?

Il grande merito di aver continuato a credere in questa manifestazione va dato agli organizzatori, la società Tre M.

La quale si sta avvalendo quasi esclusivamente del supporto di questa Amministrazione.

Camera di Commercio, Provincia e Regione sono stati invitati a contribuire, ma hanno preferito concentrare le risorse a loro disposizione su altri eventi.

Credo che questo segni un ulteriore merito degli organizzatori della Fiera di Campoverde, perché non si sono arresi.

E sono arrivati alla 32ª edizione di una manifestazione che sta riscuotendo anche vari tentativi di imitazione.

Alcuni dei quali sul nostro stesso territorio, pur con risultati meno rilevanti rispetto all’originale, se così vogliamo chiamarla.

Questo a dimostrazione che certe cose non è possibile improvvisarle.

La Fiera rappresenta un importante volano economico per il nostro territorio.

Se la Fiera rappresenta un volano per l’economia territoriale secondo Lei perché è solo il Comune di Aprilia ad investirci e non, invece, anche Provincia e Regione?

La mia, infatti, vuole essere una critica verso chi ha deciso di non sostenere appieno questo tipo di iniziativa.

Il patrocinio è stato concesso, ma non ci sono stati contributi in termini economici ed organizzativi apprezzabili, come invece si è riscontrato in altre circostanze.

D’altro canto, continuare a credere in questo appuntamento e continuare ad investire nel quadrante di Campoverde è un segnale positivo che viene dato da questa Amministrazione.

L’idea è quella di creare un polo economico che sia attivo tutto l’anno, non solo in occasione della Fiera.

Continuare a credere in questo progetto secondo me è un vanto.

La Fiera di Campoverde può rappresentare un’occasione importante per il marchio “Aprilia in Latium”, visto che gli espositori presenti alla fiera arriveranno da tutta Italia.

Nelle scorse edizioni che “feedback” ha avuto il progetto?

La Fiera ha rappresentato il primo motore per portare l’attenzione sul marchio “Aprilia in Latium”.

Ora stiamo cercando di allargare il suo ambito di interesse, legato non solo alle attività produttive ma anche a quello commerciale.

L’edizione di quest’anno sarà la terza in cui un intero padiglione della fiera sarà dedicato alle eccellenze della nostra città.

L’obiettivo è creare un’identità tra i marchi ed il territorio.

In altre zone d’Italia i prodotti tipici sono diventati il marchio distintivo di quel territorio.

Fino a questo momento noi non siamo stati altrettanto bravi, “Aprilia in Latium” vuole essere un segnale di cambiamento da questo punto di vista.

Siamo tra le prime dieci D.O.C. italiane, insieme con Barolo, Barbaresco ed altri grandi marchi.

In quei territori si è scommesso su questi prodotti per creare economia, noi invece stiamo iniziando solo ora.

Siamo tra i più grandi produttori di kiwi, ma non tutti lo sanno.

La Fiera di Campoverde può aiutarci a promuovere le nostre eccellenze, a far capire che questo territorio non è solo di passaggio, ma ha delle potenzialità importanti.

Abbiamo promosso itinerari e manifestazioni per far conoscere agli stessi cittadini apriliani quelle realtà che finora non hanno ottenuto la giusta attenzione.

Il marchio, inoltre, è stato un’occasione per le stesse aziende del nostro territorio di conoscersi.

Fare rete comune ed iniziare un percorso di collaborazione sicuramente positivo.

Pochi giorni fa una delegazione cinese è venuta a visitare la nostra zona per cercare delle eccellenze del Made in Italy da esportare nel loro Paese.

La forza di questo tipo di iniziative risiede spesso nel sapersi rinnovare pur rimanendo un “marchio” riconoscibile.

Anche per la Fiera di Campoverde è così?

L’impronta data alla manifestazione è importante, perché chi viene a visitarla una volta torna anche l’anno successivo.

Gli organizzatori sono stati molto bravi ad apportare di anno in anno dei cambiamenti positivi.

Cambiamenti che spingono i visitatori ad avere esperienze nuove ogni volta.

E il fatto che sia un unico luogo a fornire così tante opportunità è un altro punto di forza della Fiera di Campoverde.

C’è la possibilità di vivere una giornata all’aria aperta con la famiglia.

Si ha l’opportunità di fare un viaggio in mezzo ai sapori tipici di varie zone d’Italia, di visitare i vari stand, di assistere a degli spettacoli ed anche a dei seminari.

Accontentare tutti i palati, che fornisca alle famiglie delle esperienze a 360 gradi credo sia il segreto del successo di questa iniziativa.

La congiuntura economica sfavorevole sembra non scoraggiare gli espositori a partecipare alla Fiera di Campoverde.

La società che organizza la Fiera ha fatto sempre più fatica ad attirare gli espositori, non tutte le aziende possono sostenere determinati costi.

Anche il fatto di aver allungato i tempi della Fiera ha comportato delle ulteriori difficoltà.

Essere riusciti a rimanere attrattivi è un grande merito della Società Tre M.

Anche se non con tutti gli espositori è presente tutti gli anni.

È fisiologico che qualcuno manchi per qualche edizione e poi ritorni, ma sono stati molto bravi anche ad attirare nuovi espositori.

Lei sta, giustamente, rendendo merito alla società privata che organizza la Fiera.

C’è però chi, dall’opposizione, critica il fatto di aver dato in gestione ad un altro ente privato la gestione del Polo fieristico.

Qual è la sua risposta?

La società che ha vinto il bando per la gestione del Polo ha una serie di incombenze, che rientrano appunto il quel bando.

Dire che l’Ente non ha benefici con questo tipo di gestione non è esatto.

Perché il Comune riceve un canone annuo di 40.000 €.

Inoltre, le spese per l’implementazione della struttura non sono a carico del Comune.

Sono stati fatti lavori di adeguamento sismico del Polo, altri lavori sono stati già approvati dal Genio Civile.

Tutto ciò è finalizzato a far vivere il quadrante di Campoverde anche al di fuori della Fiera.

Questa rappresenta senz’altro il fiore all’occhiello del Polo, ma l’obiettivo è mettere in campo, in quello stesso quadrante, altre attività.

E poi, secondo me, anche se avessimo percorso altre strade avremmo ricevuto delle critiche.

Chi dice che le cose lì andavano gestite diversamente, non ha però mai presentato progetti importanti di investimento.

di Massimo Pacetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *