Gender e Family Day, quali prese di posizione ad Aprilia?

Dopo l’atto di bullismo subito da Aurora, e la manifestazione avvenuta ieri a Roma, confrontiamo le prese di posizione del Club Forza Italia di Aprilia e quella di alcuni studenti del Liceo “Antonio Meucci”

Tiene banco, sui social ed in città, la polemica legata al “Family Day”, tenutosi sabato a Roma: in città, dopo i recenti fatti di cronaca legati all’atto becero e vile di cui è stata vittima Aurora, si discute anche della manifestazione. Il Club Forza Italia, con un comunicato, ha espresso la propria prospettiva in merito, dopo aver esplicitato la propria presenza di sabato in Piazza San Giovanni. Ecco il comunicato integrale:

Il Club Forza Italia di Aprilia ribadisce il diritto (-dovere) dei genitori di svolgere il proprio ruolo educativo nei confronti dei loro figli che vanno dunque tenuti lontani da condizionamenti esterni che influenzano le menti e le coscienze dei bambini impartiti dalla scuola fin dalla prima infanzia . La soluzione per contrastare l’omofobia  e il bullismo a scuola per noi non sta  nell’insegnamento della teoria gender ma di una semplice materia : “rispetto per gli altri”. Infatti le differenze esistono e vanno affrontate nel massimo rispetto di ciascun individuo e cioè nel rispetto anche  di quei genitori che hanno partecipato alla manifestazione a Roma a San Giovanni il 20 giugno per difendere i propri diritti!!!! Per capire la trasversalità dell’argomento basti pensare che non solo il mondo cattolico…. ma la stessa comunità musulmana, ortodossa, protestante, africana ed ebraica hanno voluto esprimere con la loro partecipazione la condivisione al concetto “GIU’ LE MANI DAI NOSTRI FIGLI”. L’obiettivo vero da raggiungere è che ogni individuo non si senta e non venga giudicato o  etichettato (come gay, cattolico, genitore tradizionalista, bigotto….) ma che si senta e venga rispettato per “COME SI SENTE E PENSA”: queste erano le richieste di un milione di genitori presenti con i loro figli in piazza sabato perché alla fine è solo una questione di “RISPETTO RECIPROCO”.

In città, soprattutto per quanto riguarda la comunità giovanile, l’umore sembra essere ben diverso: la presenza al Family Day è invece legata alla riduzione di diritti e, nello specifico, un attacco all’uguaglianza. Non è nuova, infatti, la spaccatura sul tema della città: già nel mese di marzo, nei pressi del Liceo Scientifico “Antonio Meucci”, sono stati distribuiti volantini dichiaratamente contrari alle comunità LGBT, con gli studenti che, in più di qualche modalità, hanno preso una posizione distante dall’atto con un articolo apparso sul magazine della scuola, del quale citiamo integralmente la chiusura:

“Un tabù può essere annientato mettendolo in discussione, perché il silenzio e la complicità offuscano la mente creando degenerazioni quali il bullismo e la fobia di uscire allo scoperto in una realtà che “non accetta”. Se la società inculcasse questa paura di fondo, se offrisse a tutti la possibilità di vivere la propria sessualità in modo sano e costruttivo, non ci sarebbe alcun tabù, perché l’omosessualità non è una malattia: la vera malattia è l’omofobia”.

Come non citare, poi, la mobilitazione social nei confronti di Aurora, vittima di ben due atti di bullismo in città? Soprattutto nel secondo caso, sono state tante le voci pronte ad alzarsi e difendere la ragazza: è persino nato un hashtag, #jesuisaurora. Dopo il coraggio avuto da Aurora nel denunciare l’atto e parlarne apertamente, in città il clamore si è pian piano ridotto per poi cessare. Lo stesso appoggio, poi, sembra essersi modificato dopo l’avvento del Family Day.

Posizioni varie nel tessuto della città, una città che da vicino ha potuto constatare sia la coesione ed il coraggio dei membri delle comunità LGBT, sia una vicinanza, a volte di “cortesia”, in sede di presa di posizione in merito.

 

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