Il Circolo Gino Condè di Sinistra Ecologia e Libertà denuncia la poca chiarezza e trasparenza delle graduatorie comunali, soprattutto alla luce del recente bando per LSU e della protesta dello scorso 31 gennaio da parte di un gruppo di manifestanti del quartiere Toscanini.
I manifestati si sono recati presso il palazzo di vetro di Piazza Bersaglieri per chiedere spiegazioni riguardo ad alcune incongruenze all’interno del bando e delle relative graduatorie per i Lavori Socialmente Utili. Alcune famiglie disagiate avrebbero potuto giovare di piccoli impieghi nei servizi pubblici e sociali ma, a quanto pare, si sono verificate clamorose ingiustizie con persone entrate in graduatoria senza adeguati controlli per regolamentarne l’ ingresso. Insomma avrebbero usufruito dell’opportunità persone che non ne hanno reale bisogno.
“Delle graduatorie comunali, come è ormai d’abitudine di questa Amministrazione Comunale, il bando e le successive graduatorie per 60 unità lavorative di età superiore a 56 anni per attività risocializzanti hanno dato vita ad una serie di proteste e lamentele da parte di molti cittadini esclusi da tale graduatoria in base a requisiti richiesti diversi e in contraddizione con i medesimi richiesti negli anni precedenti. Come è già successo in precedenza per le mense scolastiche, per la Tares, per la questione dei fondi di sostegno, anche in questo caso la poca chiarezza e trasparenza hanno provocato disguidi e proteste da parte dei cittadini, tanto da attivare anche l’attenzione della Guardia di Finanza.” ha affermato Maurizio Marinozzi, coordinatore del Circolo Gino Condè di Sinistra Ecologia e Libertà. “Stavolta, più che in altri casi, dato l’argomento di sensibilità sociale, ci si sarebbe aspettati un’attenzione maggiore a che le cose fossero fatte in maniera assolutamente inattaccabile.
Vista la rilevanza sociale, in un momento di crisi come l’attuale, di tali sostegni economici e visti i numerosi rilievi critici rispetto la scarsa chiarezza, in alcuni casi già accertati e ”sanati” con provvedimenti forse più dannosi degli stessi errori, – continua la nota- chiediamo se non sia il caso di sospendere e rivedere tutto l’impianto del bando, onde evitare sospetti dei ”soliti malpensanti,”su eventuali scelte fatte magari per favorire qualcuno a scapito di altri.”
Melania Limongelli