Grillini e Pentastellati continuano in Senato la loro battaglia per avere chiarezza di quanto accaduto due anni fa sulla Nettunense:
“Come tutti ricorderanno – scrivono i due movimenti in una nota – agli inizi dell’agosto del 2015 divampò un incendio in un terreno incolto sito in via Nettunense 102.
Qui erano stati stoccati abusivamente dei rifiuti speciali e tossici ed il fuoco lambì proprio quei fusti.
Il terreno in questione era stato oggetto di sequestro da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della GdF di Latina.
E lo è tuttora.
All’interno di esso era stata rilevata una illecita attività di stoccaggio e commercio di prodotti chimici per l’industria e l’agricoltura.
Nonché di rifiuti speciali, sia pericolosi che non.
I funzionari dell’ARPA si sono recati presso l’area sottoposta a sequestro per un sopralluogo ed un campionamento delle sostanze presenti.
E lo hanno fatto per ben due volte.
La prima nel 2013 su richiesta della Guardia di Finanza ed una seconda nel 2015, subito dopo l’evento ignifero, su richiesta della Polizia Locale di Aprilia.
Nel 2013 i tecnici rilevarono che
“nella stessa area è inoltre presente una cisterna di capacità di circa 18.000 l, riportante la indicazione del contenuto costituito da acido nitrico.
E, in prossimità della stessa, sono presenti ristagni ascrivibili con ogni probabilità ad acque di natura meteorica.
Il cui colore fa supporre una contaminazione dovuta a Sali di ferro“.
Nel 2015 scrissero
“sono presenti sia contenitori IBC vuoti che pieni riconducibili a varie sostanze pericolose: acido cloridrico, acqua ossigenata, acido formico, acido fosforico, sodio ipoclorito, acido nitrico ed altre.
Data la folta vegetazione presente, non è stato possibile riscontrare se tali IBC corrispondessero in numero e per tipologia di contenuto a quelli individuati e descritti nella relazione del sopralluogo del novembre 2013“.
In conclusione ribadirono
“quanto già rappresentato nel relazione del sopralluogo del 2013, cioè in violazione del divieto di cui all’art. 192 dell’anzidetto Decreto Legislativo.
Detta violazione configura l’applicazione delle disposizioni previste dal comma 3 del medesimo articolo“.
Dopo questi rilevamenti dai verbali, i due meetup dei 5 Stelle chiedono chiarezza su quanto messo in campo dalle Istituzioni:
“L’articolo del D.Lgs. citato dai funzionari dell’ARPA, prevede che chi ha abbandonato rifiuti (o il proprietario del terreno dove giacciono) o abbia creato depositi incontrollati di essi, debba provvedere alla loro rimozione.
E che il Sindaco disponga con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere.
Decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
Quindi, dopo due anni noi ci chiediamo: tutto questo è stato fatto?
Già a suo tempo – continuano Grillini e Pentastellati – noi informammo i Portavoce regionali del Movimento 5 Stelle.
I quali presentarono una interrogazione all’Assessore regionale all’ambiente.
La Regione ha rappresentato la propria incompetenza sul sito.
Pertanto, persistendo la pericolosità del sito, abbiamo contattato ed esposto la situazione alla nostra portavoce al Senato, la Senatrice Paola Nugnes.
Sull’argomento è stata presentata una interrogazione al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Le richieste riguardano:
E al loro grado di inquinamento e pericolosità per la salute pubblica;
Affinché sia previsto un percorso finalizzato a garantire la rimozione dei rifiuti presenti nell’area, la successiva bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi.
Nonché la verifica dello stato di contaminazione dell’area medesima;
Ricordiamo che sulla questione, nel 2016, è stato presentato un esposto da parte di alcuni Comitati di Quartiere ed Associazioni”.
di Massimo Pacetti