16 Comitati di Quartiere, facenti parte del Coordinamento: Agroverde; Aprilia Nord; Bellavista; Borgata Agip; Borghi Rurali; Campo di Carne; Campoleone; Campoverde; Casello 45; Fossignano; Grattacielo; La Cogna; Primo; Sacida; Selciatella e Toscanini, hanno presentato le loro Osservazioni al terzo progetto del PINQUA.
“Innanzitutto tutti ci siamo accorti, purtroppo, che i documenti pubblicati sull’albo pretorio sono incompleti e ciò ha reso molto difficile riuscire a fornire un contributo completo.
Comunque abbiamo indicato, per quanto riguarda il parco lineare, zona est, che il fosso della Ficoccia necessita assolutamente di un impianto di bonifica dell’acqua, al fine di poter realmente usufruire del futuro parco in quanto, per ora, il fosso è putrescente ed inquinato. Riteniamo che questa impiantistica debba essere inserita nel progetto.
Chiediamo invece, che i programmi di rigenerazione del sito industriale ex dogana e l’area Quinto Ricci, vengano scorporate dal PINQUA e seguano un altro percorso: quello della Consulta Cittadina, così come previsto dallo Statuto Comunale. Tutti gli interessati: i cittadini, le associazioni e comitati, i professionisti interessati del settore e gli amministratori, devono poter dire la loro su quello che modificherà in modo sostanziale l’intera città.
Allo stato attuale queste due parti del progetto ci sembrano troppo impattanti e poco sostenibili.
Si vuole bonificare un’area dal cemento per metterci altrettanto cemento!
Cosa potranno trovare i cittadini del futuro in una città in cui già ora la rete idrica è vetusta, la rete fognante è inadeguata con depuratori sottodimensionati assenti o malfunzionanti?
Anziché ancora altre palazzine abbiamo proposto una Cittadella dello Studio, una sorta di città universitaria, dove si potrebbe anche creare il terzo polo scolastico, con annessi alloggi per studenti e docenti, ovviamente il tutto immerso nel verde e diminuendo le cubature esistenti.
Questa struttura andrebbe anche a triangolarsi con la città dello sport: uno spazio vitale in cui creare una relazione intima e profonda con l’ambiente vissuto, cercando di farci insegnare da esso come diceva Maria Montessori: “l’ambiente educa” se sappiamo ascoltarlo e smettiamo di sfruttarlo, mirando invece a valorizzarlo”.