Enea potrebbe presto passare da fondatore della cultura latina e progenitore di Roma a profugo più famoso della storia.
Questo il rischio che si corre, secondo il Blocco Studentesco, con il libro promosso dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati.
La stampa nazionale più vicina alle posizioni del Blocco, in questi ultimi giorni, ha rivelato che il libro che rivisita in parte la figura dell’eroe troiano arrivato sulle coste laziali dopo essere fuggito dalla sua città data alle fiamme potrebbe essere inserito in una collana per bambini con lo
scopo dichiarato di rendere figure del passato alfieri dell’odierna immigrazione.
Un tentativo maldestro – recita la nota del Presidente nazionale del movimento Ares Prhem – volta a rendere l’eroe classico una sorta di profugo turco che accidentalmente sbarca nel Lazio.
E, invece di trovare una popolazione che lo combatte (i Latini di Re Turno), viene ospitato come un immigrato.
Magari accolto da una cooperativa dell’epoca che lo sfrutterà per lavorare quei campi ‘che i Latini non vogliono più coltivare’.
Una visione falsata ed ideologica che ignora la bellezza stessa del poema.
Il quale non narra di un casuale viaggio verso una terra straniera, ma di un ritorno alle origini della stirpe troiana.
Con striscioni esposti sui cancelli di tante scuole di tutta Italia, compreso il Meucci di Aprilia, il Blocco Studentesco chiede al Governo di
difendere la scuola dagli attacchi di questa vera e propria Medusa, formata da speculatori, globalisti e professori annoiati.
Che con i suoi tentacoli cerca di pietrificare i cervelli degli studenti italiani.
di Massimo Pacetti