Anche il tema di più stretta attualità è stato toccato dal Consigliere Porcelli nella sia conferenza stampa di fine anno.
Le rivelazioni di ieri sulla presenza del terrorista Anis Amri nel nostro territorio hanno riportato l’attenzione sul tema sicurezza.
In particolare nelle zone periferiche di Aprilia.
Il Consigliere ha focalizzato la sua attenzione su due punti.
Il primo riguarda i presidi della Polizia Locale rimasti inutilizzati:
“In campagna elettorale il Sindaco aveva detto che avrebbe migliorato la situazione in cui versano le nostre borgate.
Sono state promesse fogne, depuratori, parchi, giardini e quant’altro.
Ma nessuno a pensato ad aumentare i presidi.
Che non devono per forza essere quelli delle forze dell’ordine, ma anche sociali.
Non è la prima volta che si fanno discorsi di questo tipo.
Ci sono degli edifici in cui dovrebbero esserci gli uffici della Polizia Municipale.
L’affitto di questi locali viene regolarmente pagato, ma questi rimangono in realtà inutilizzati.
E invece – sottolinea il Consigliere – potrebbe essere molto utile avere un punto di riferimento per i cittadini.
Avevo, a suo tempo, proposto di avere anche un presidio mobile, magari a mezzo di un camper.
Per ora, però, le periferie della nostra città rimangono troppo isolate dal centro”.
Il secondo punto focale dell’incontro con il Consigliere è poi legato alla questione delle minoranze etniche.
Le polemiche derivate dal fatto che un terrorista abbia trovato rifugio presso dei suoi connazionali ha rimesso in moto la paura ed il sospetto contro i non italiani.
Il Consigliere Porcelli propone di fare presente la questione all’Osservatorio sulla Sicurezza Pubblica:
“Si tratta di un organo di controllo istituito nella nostra città.
Il tema dell’isolamento delle periferie potrebbe essere il tema del prossimo incontro.
Così come potrebbe esserlo quello legato alla presenza di minoranze etniche sul territorio.
È chiaro che non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Non tutti gli immigrati sono terroristi.
Se io dovessi cercare ospitalità in un Paese straniero è chiaro che avrei maggiore possibilità di trovarla presso la comunità italiana.
Ho visto che qualcuno ha provato a fare dello sciacallaggio sulla questione.
Il modo migliore di affrontare la cosa è mettersi intorno ad un tavolo e parlarne”.
di Massimo Pacetti