In attesa dell’incontro datato 25 giugno, a sostegno delle realtà agricole locali e contro l’avanzare delle Biogas, la sezione apriliana di Noi con Salvini, coordinata da Emanuele Campilongo, punta il dito contro il Consiglio Provinciale.
Il vecchio detto “non c’è più sordo di chi non vuole sentire” con tutta evidenza si riferisce al Consiglio Provinciale di Latina, che ci ha dato una lampante prova di quanto tenga in considerazione le esigenze dei cittadini e del territorio in materia di ambiente e rifiuti. Basta leggersi la recente delibera 12 del 10/05/16 per capire la volontà dell’Organo Provinciale (nel frattempo divenuto non più eletto dai cittadini) di spalancare la porta a nuovi inceneritori, discariche e biogas sul nostro territorio già abbondantemente piagato da tali sciagure. Gli effetti della delibera si riflettono su un vasto territorio che ovviamente comprende Aprilia, nonostante essa sia piagata da ben nove impianti legati al ciclo dei rifiuti, ma evidentemente ciò non ha placato gli appetiti di “qualcuno”. In più tale assurdo atto è in netto e palese contrasto con il “Nuovo Piano Rifiuti Regionale” che seppur timidamente, ha cercato di porre un argine allo strapotere delle lobby affaristiche legate al ciclo dei rifiuti. Con tutta evidenza i Consiglieri della Provincia ritengono il nostro territorio vocato ad essere la pattumiera della regione o peggio, un tumorificio. Questo con buona pace di agricoltori e imprenditori del comparto turistico.
Vale la pena sottolineare come tali indicazioni, provengano da un organo che dimostra di essere “sintonizzato” non sulle esigenze di presidio della salute dei cittadini, ma sui desideri di certi gruppi di potere e imprenditoriali. Questa è la plastica rappresentazione di come i presunti processi di riforma costituzionale, siano attraversati da un forte intendimento anti democratico e di superamento del necessario rapporto con i territori. Tale spirito li porta a privilegiare le richieste delle lobby e anteporle a quelle dei cittadini, soprattutto quando in ballo c’è da decidere tra “denaro” e “salute” e per puro caso è sempre la seconda a rimetterci. Questa è buona ragione per votare NO al referendum di ottobre, ma questa è un’altra storia.