La vicenda che riguarda il Sindaco Terra e la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti è imprescindibilmente l’argomento del momento.
Non poteva essere altrimenti: la figura implicata e la prossimità delle elezioni concorrono a mettere in secondo piano (per ora) altri temi.
Questa mattina il Partito Democratico di Aprilia ha voluto esprimere
“vicinanza all’uomo – come ha sottolineato il Segretario Alessandro Mammucari – per la difficile situazione che si trova ad affrontare.
Certamente la sua persona va tutelata e gli deve essere concesso di difendersi dalle accuse.
Altra cosa è invece l’aspetto politico della vicenda.
Le liste civiche presentarono nel 2009, come cardine del loro programma, tre priorità: legalità, trasparenza e onestà.
Temi importantissimi e condivisibili, che però sono stati portati avanti solo nei primi anni.
Da tempo, ormai, chi governa la città ha perso di vista queste priorità.
Noi – conclude Mammucari – non chiediamo le dimissioni del Sindaco, questa decisione spetta a lui.
Ma chiediamo che si prenda in considerazione l’opportunità di una candidatura sottoposta al rischio decadenza qualora venisse eletto e, in seguito, rinviato a giudizio”.
Anche per questo motivo, ovvero l’applicazione della legge Severino che vieta di ricoprire incarichi pubblici se sottoposti a processo, il Consigliere Monica Tomassetti ha chiesto
“un sussulto politico alla città e alle liste che appoggiano il Sindaco Terra.
Soprattutto ai colleghi Consiglieri di maggioranza, chiedo di esprimersi su quale sia il bene della città.
La mia convinzione, però, è che negli ultimi tempi i ruoli in Consiglio Comunale si siano ribaltati.
Ossia: non è più il Sindaco che riceve dai Consiglieri l’aiuto necessario per governare, ma sono i Consiglieri ad agire sotto l’egida del Sindaco”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il Consigliere Vincenzo Giovannini e l’ex amministratore Alfonso Longobardi.
Entrambi hanno voluto porre l’accento su avvenimenti che in passato hanno visto le liste civiche “dall’altra parte della barricata”, ovvero nel ruolo di accusatori:
“Falso ideologico e soprattutto truffa – ha sottolineato il Consigliere Giovannini – sono accuse molto gravi per un amministratore pubblico.
Quanto sta accadendo impedirà alle forze civiche di ripresentare in campagna elettorale il tema della legalità come loro prerogativa.
Nel 2009, quando ne fecero la loro bandiera, diedero vita ad una battaglia molto aspra, anche cattiva per certi versi.
Ora il quadro è mutato”.
Tra i destinatari di quegli attacchi c’era proprio Alfonso Longobardi, a cui fu notificato un avviso di garanzia.
Nonostante l’archiviazione chiesta dal pm, gli attacchi contro di lui furono molto duri:
“In questa occasione – ha affermato Longobardi – noi rimaniamo garantisti, come sempre siamo stati.
Da altre parti, invece, si nota un garantismo a fasi alterne.
Se da un avviso di garanzia si è arrivati ad una richiesta di rinvio a giudizio, invece che ad una di archiviazione, significa che qualche fondamento per proseguire c’è“.
Bisogna ora attendere il 18 luglio prossimo, ovvero l’udienza preliminare, per capire davvero le reali proporzioni della vicenda.
di Massimo Pacetti