Nuova frontiera nel campo tristemente noto dello “spendere abbondanti cifre per i servizi pubblici e di conseguenza aumentare i tributi ai cittadini”; ora è possibile valutare le caratteristiche della cifra richiesta e della conseguente capacità di produrre servizi efficienti cercando di ridurre la pressione ai danni dei cittadini.
Ma – stando al comunicato diramato da Alessandro Mammucari, Coordinatore Unione Comunale Partito Democratico di Aprilia – il dato sulla TA.RI. (ex TARSU) smentisce quanto sopra riferito: infatti il Comune di Aprilia, per la gestione del ciclo dei rifiuti e lo smaltimento adotta una politica diversa da gli altri comuni italiani. La spesa media per il cittadino sarebbe pari a 171,41 euro mentre di media negli altri comuni italiani lo stesso servizio avrebbe un costo minore e più ragionevole, pari a 126,68 euro, ovvero 45 euro in più rispetto alla media nazionale.
A quanto pare – prosegue il comunicato – neanche con la raccolta differenziata, realtà ampiamente diffusa nel nostro territorio, si registrano utili sul lato del recupero dei materiali in raccolta, come il vetro, la carta, la plastica e l’umido utilizzato per la produzione del compost.
Questa condizione avrebbe dato vita ad incrementi costanti della tariffa sui rifiuti, creando notevoli disagi, senza risparmiare nessuna attività produttiva.
“Ad esempio – ci illustra il Segretario del PD Mammucari – un ristorante/pizzeria ha subito un aumento del 10% in quanto la tariffa è al mq e passa dai già alti 19,29 euro/mq del 2013 ai 21,05 euro/mq del 2014.
Gli uffici e studi professionali hanno invece subito un aumento di oltre il 15% con una tariffa al mq che raggiunge 9,52 euro/mq e un maggiore esborso per quasi 200 euro. Le bastonate non hanno risparmiato nessuna attività produttiva e l’apice si è raggiunto con i 27,37 euro al mq per i negozi di frutta e verdura e le pescherie che hanno visto aumentarsi il conto di ben 2,29 euro al mq. Anche le nostre famiglie hanno dovuto subire un bel pacchetto di aumenti sia per quanto riguarda la quota fissa che quella variabile con aumenti superiori al 10%.”
In base ai dati elencati sopra emergerebbe quindi che il servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti, rispetto alla media nazionale, ha subito un rincaro pesante – che a detta dello stesso segretario – potrebbe dipendere da inefficienze di gestione. In tutta questa storia sarebbero sempre gli stessi ad essere colpiti, le imprese e le famiglie.
L’approvazione del piano tariffario 2015 dovrà essere il luogo per affrontare e risolvere questi problemi e per tentare di ridurre il carico fiscale sulle famiglie, anche in considerazione delle nuove regole che dal 2016 imporranno ai comuni di adeguare le spese alle realtà più virtuose attraverso i c.d. costi standard.
Melani Orazi