“Cresce la preoccupazione per l’ipotesi che il progetto di discarica in località La Cogna venga realizzato anche alla luce delle ultime novità, calando sulla nostra città una decisione da sempre avversata, lasciando con l’amaro in bocca l’intera comunità apriliana.
Tante le novità che da qui a breve modificheranno il quadro normativo di riferimento nell’ambito della gestione dei rifiuti e la relativa impiantistica, novità che non possono attendere i ritardi delle istituzioni sovra comunali chiamate ad adottare decisioni strategiche per il nostro territorio. Ancora novità che poco si conciliano con le decisioni adottate anche a livello regionale nel recente passato.
In primis l’ultima direttiva comunitaria 2018/850 che sta per essere recepita nel nostro ordinamento che impone la drastica riduzione dei rifiuti collocati in discarica e l’abbandono degli impianti di trattamento meccanico biologico. Novità importantissime, per la nostra Aprilia che vede collocato nel suo territorio uno tra i più importanti impianti di TMB, che sono alla base del programma nazionale per la gestione dei rifiuti e della relativa impiantistica che sta per essere licenziato dal parlamento secondo la direttiva 2018/850.
Di fronte a questo scenario le prime cifre lasciano l’amaro in bocca a tutti noi apriliani, se come evidenzia l’instant paper dell’Università di Milano Bicocca[1], la Regione Lazio deve ridurre di circa 1,2 milioni di tonnellate i rifiuti inviati negli impianti di TMB e di 164.000 quelli inviate in discarica mettendo in campo risorse per migliorare la qualità della raccolta differenziata.
Ma se sul fronte dell’impiantistica le indicazioni sono quelle di abbandonare la tecnologia TMB e le discariche, noi ad Aprilia oggi corriamo il rischio di vederne autorizzate di nuove (Discariche) oltre che alla conferma delle autorizzazioni già in essere (TMB) senza che le istituzioni sovracomunali deputate recepiscano le novità che stanno emergendo.
Ancor più preoccupati per il nostro territorio se come possibile verrà meno il principio dell’autosufficienza regionale, passando ad una logica di gestione nazionale o di prossimità regionale per quanto riguarda la gestione dell’impiantisca necessaria per chiudere il ciclo dei rifiuti.
Per questo è il momento che tutte le forze politiche ricerchino e trovino quelle convergenze necessarie per tutelare il nostro territorio e il suo futuro sempre meno roseo, facendo sentire la propria voce alle istituzioni sovracomunali.”