Torna a far discutere il fattore sicurezza ad Aprilia.
Questa volta a parlare è il consigliere Vincenzo La Pegna che mette in evidenzia la situazione di degrado che è sorta da tempo nella zona di industriale e continua ad allargarsi a macchia d’olio. In queste sue parole si nota una reale preoccupazione riguardo lo stato disumano in cui sono costretti a vivere bambini e minorenni della comunità Rom stanziata nelle periferie; la ricerca di un riscatto ed un reinserimento sociale degli stessi è un progetto in cantiere.
“La sicurezza non ha colori. E tutto abbiamo ad Aprilia tranne che la sicurezza. Finalmente il Sindaco ieri ha avuto un incontro con il nuovo Questore di Latina per reclamare la presenza di un commissariato di Polizia nella nostra città. Questa idea è nata già quando ero assessore alle politiche sociali ed insieme a Verzì andammo a parlare con il Governo nazionale per avere sul nostro territorio un commissariato. Ipotesi sottovalutata in precedenza e presa solo adesso in considerazione dal primo cittadino, poiché ha sempre rivendicato che Aprilia è una città sicura.
I Carabinieri hanno troppe situazioni da affrontare, coprendo tutto l’hinterland della provincia di Latina e quindi si sta valutando l’ipotesi del commissariato.
Aprilia, posso sostenere con certezza, è invasa da extracomunitari di etnia rom e questo sicuramente mette a serio rischio la sicurezza cittadina. Io non sono un razzista anzi vorrei portare avanti un’ipotesi bene congegnata di inserimento sociale. Da tempo oramai si sono insediati in un alloggio fatiscente nella zona industriale ed è rischioso passare da quelle parti per la presenza di sentinelle.
Siamo in piena emergenza sociale: bambini che rubano, che chiedono l’elemosina, ragazze minorenni che si prostituiscono, diamo una svolta cerchiamo invece di incanalarli verso un percorso di riabilitazione sociale.
E poi c’è un altro discorso. In Italia lo sfruttamento minorile è reato e questa legge vale per tutti. Chiedo all’Amministrazione di prendere decise posizioni su questa condizione di disagio e degrado morale e sociale.
Come possiamo integrare queste persone? Mandiamo i bambini a scuola; chiediamo un supporto ai servizi sociali e condanniamo i genitori che sfruttano i propri figli.
Il numero dei nomadi sta aumentando vertiginosamente e , con essi, l’ipocrisia“.
Melania Orazi