La proposta di affidamento di alcune aree verdi ad associazioni private, che il Comune ha reso pubblica qualche giorno fa, non è stata ben accolta dal PD.
Attraverso il segretario Alessandro Mammucari ed i Consiglieri Vincenzo Giovannini e Monica Tomassetti, infatti, il Partito Democratico esterna tutte le sue perplessità riguardo questo progetto.
L’accusa principale è la “svendita” degli spazi comunali, visto che i canoni richiesti per questi affidamenti sono decisamente ridotti:
“L’Assessore alle Attività Produttive del Comune di Aprilia, dopo lo strabiliante affidamento della struttura fieristica di Campoverde, e in vista anche delle festività natalizie, procede all’ennesima svendita dei nostri beni comunali.
Oggi – è la considerazione del PD – le vendite promozionali, giustamente portate avanti dal titolare dell’assessorato alle attività produttive, interessano 5 aree verdi.
Le quali attraverso lo strumento del bando, se si può parlare di bando, verranno affidate a condizioni estremamente convenienti per i privati.
Attraverso un misero canone, infatti, si potranno svolgere in questi luoghi attività commerciali a loro diretto vantaggio.
Agli affidatari, diciamo incerti, del bando oltre l’irrisorio canone, un altrettanto fumoso obbligo di effettuare degli investimenti sulla riqualificazione dell’area pubblica.
Concessa senza avere tuttavia certezza, e l’esperienza dell’ente fiera ne è la più diretta testimonianza, che queste opere vengano realizzate.
Oggi, con il bando in questione l’amministrazione Terra con il giovane Assessore Vittorio Marchitti compie l’ennesimo atto di cattiva gestione.
Un atto che nulla a che fare con la sana e corretta gestione dei beni pubblici“.
La critica del PD riguarda anche un secondo aspetto.
Ovvero il fatto che la manutenzione e la riqualificazione di aree pubbliche venga lasciata in mano ai privati:
“Ogni amministrazione comunale – proseguono dal PD – ha l’obbligo con le tasse regolarmente pagate dai cittadini di riqualificare le aree verdi per migliorare la città e il suo godimento.
Ancor di più là dove le aliquote d’imposta sono ai massimi livelli.
Il ricorrere sempre ad espedienti, anche di dubbia legittimità come l’ultimo inventato, rappresenta l’espressione più vasta del fallimento di un progetto.
Dopo anni di governo, bisogna affidarsi alla volontà dei privati per avviare una seria riqualificazione di aree che da anni dovevano essere migliorate.
Lasciando alla loro discrezionalità la decisione se effettuare o no le opere.
Oggi, siamo alla situazione paradossale che per pulire i parchi dobbiamo fare affidamento su il lavoro dei volontari cittadini.
I quali quotidianamente si dedicano alla cura degli spazi pubblici comuni.
Per riqualificare cinque aree verdi (in evidente stato di abbandono) dobbiamo consentire a non ben precisate (diciamo così) associazioni di fare degli utili attraverso l’utilizzo di tali spazi.
Lasciando loro decidere se effettuare gli investimenti promessi.
Ancora: regaliamo l’utilizzo di un importante spazio quale quello di fieristico di Campoverde senza ricevere uno straccio di intervento per migliorare la struttura.
Infine – è la conclusione della nota – forti dubbi sulla fattibilità di questo esempio nostrano di finanza creativa derivano dal punto di vista urbanistico.
Se una zona è destinata a verde urbano, gli standard urbanistici per essere rispettati richiedono che queste aree non possono essere destinate ad attività commerciale.
Ma qui si entra in quella logica di scambio, urbanistico e commerciale, che l’amministrazione Terra e il suo delegato Vittorio Marchitti ormai hanno ben capito“.
di Massimo Pacetti