Le celebrazioni del 25 aprile hanno occupato tutta la mattinata di ieri.
Ma qualcuno non è rimasto soddisfatto di quanto vissuto nella nostra città.
L’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, chiede infatti di rivedere il cerimoniale.
E, anzi, di costituire un comitato che si dedichi solo all’organizzazione di questo evento.
Ma non solo:
“La festa della Liberazione – scrivono dal Comitato “Vittorio Arrigoni” di Aprilia – non può confondersi con la festa della fondazione.
Ma dev’essere piena e assolutamente sganciata da interferenze di altra natura.
Due piani diversi: uno nazionale, che ci fa sentire parte di una comunità più grande, ed uno locale che una organizzazione neofascista ci ricorda ogni anno con i suoi manifesti, non possono coesistere.
Certo, tra la sciatteria del cerimoniale e la ricorrenza cittadina (che pure ha la sua importanza per la storia locale) resta ben poco per la più importante delle feste civili della Repubblica.
Possiamo riflettere?
Inoltre, le Associazioni militari combattentistiche giustamente in alta uniforme e con orgoglio partecipano alla cerimonia.
E anzi sono “magna pars” dell’organizzazione.
Esse sanno certamente quanto sangue, quanto dolore, quanta umiliazione anche per l’esercito italiano è costata la Libertà.
Non possono accettare, crediamo, di essere ridotte ad inutili coreografie di contorno.
Infine, ma non ultima questione, l’ANPI non ritiene di passare sotto silenzio in una sorta di “passata la festa…” l’annuale avvenuta cerimonia neofascista a Campoverde.
Dove si sono visti saluti romani ed estremi di apologia del fascismo, come del resto da molti anni denunciamo.
Un tale scempio delle Istituzioni, nello stesso momento della cerimonia in ricordo della Liberazione e nello stesso territorio comunale, per noi e, siamo certi, per la stragrande maggioranza dei cittadini, è inammissibile.
Il Signor Sindaco e il Signor Prefetto a cui abbiamo già inviato una richiesta di spiegazioni, hanno il dovere di risponderci“.
Il punto centrale della nota dell’ANPI, però, è un altro.
E riguarda l’Associazione stessa:
“L’ANPI si considera, ed è riconosciuta, erede di quelle formazioni partigiane che hanno saputo riscattare il popolo italiano dall’abisso di barbarie in cui era stato sepolto dall’alleanza nazifascista.
Pertanto non può essere trattata, da un cerimoniale inconsistente, come un’eccedenza fastidiosa.
Una specie di “ospite indesiderato”.
Noi dell’ANPI non ci stiamo.
Chiediamo perciò che si costituisca un Comitato dei festeggiamenti ad hoc di cui far parte.
E di poter essere, insieme all’Amministrazione comunale, organizzatori dell’evento come avviene da sempre in tutta Italia.
E da quest’anno anche a Latina”.
L’Associazione dei Partigiani, dunque, chiede un ruolo più centrale in occasione di queste celebrazioni.
Non resta che attendere le risposte delle istituzioni.
di Massimo Pacetti