Ancora polemiche nella vicenda dell’ampliamento Rida Ambiente. Questa volta è la Consigliera Alessandra Lombardi a scagliarsi contro la Regione Lazio.
“Con l’ultima determinazione della Regione Lazio in merito all’ampliamento del piazzale della RIDA con l’assenza dell’Assessore Valeriani in commissione ambiente è stato riservato a questa città un ulteriore insulto: neanche la cortesia istituzionale di una risposta all’invito ricevuto, avrebbe potuto chiedere un rinvio, presenziare online, offrire una data alternativa, ricevere una delegazione nei propri uffici, invece semplicemente ha ignorato l’invito.
L’assessore Valeriani e’ stato accolto nella nostra aula consiliare in occasione della presentazione del nuovo piano rifiuti regionale e la posizione della Rete dei Cittadini per Aprilia che io rappresento è stata critica e forse anche diffidente, perchè purtroppo già in passato la Regione ci ha abituato alla sua sordità rispetto le istanze di questo territorio. Come nel caso dell’ampliamento dell’impianto RIDA da 100 a 400 mila tonnellate concesso a dispetto di un forte parere negativo del Comune di Aprilia.
Anche in questo ulteriore caso abbiamo chiesto il diniego all’ennesimo ampliamento, abbiamo chiesto che venissero motivate, carte alla mano, le ragioni di tale necessità e non può certo bastare il sopralluogo citato nella determina: la Regione avrebbe dovuto verificare se davvero non ci sono impianti che ricevono, le quantità che non ricevono, fino a quando e per quale motivo. Questo sarebbe stato degno di una Regione, questo significa pianificare, andare alla radice del problema. Invece tra tutti i “visto” e i “premesso” della determina regionale non ce n’è traccia: semplicemente si prende atto di un piazzale pieno senza approfondire in alcun modo sulle cause.
Il Consiglio Comunale di Aprilia all’unanimità ha manifestato la propria netta e chiara contrarietà a questo ennesimo scempio, preannunciando il diniego a qualsiasi variante urbanistica ed ecco che invece di dare a questo atto politico l’importanza che merita, si sceglie di dichiarare l’opera di pubblica utilità, togliendo al Consiglio Comunale le proprie potestà anche in ambito urbanistico!
E non solo con la determina regionale viene scavalcato il consiglio comunale, ma creando una variante urbanistica “a tempo” si danneggia doppiamente il territorio perchè si offre al privato il pretesto per un ulteriore contenzioso. Ricordiamo infatti che oltre ai milioni di benefit ambientali che RIDA mette in discussione e non paga al comune da anni, mancano all’appello quasi 200 mila euro di Bucalossi che Rida contesta in virtù del fatto che la variante urbanistica è a tempo. Ma noi sappiamo bene che “a tempo” è una formula edulcorata: si tratta di un tempo indefinito e certamente non breve, soprattutto in una regione in cui sui rifiuti non si ha il coraggio di prendere decisioni, ma vengono trattati sempre come un problema quando si ripresenta l’ennesima emergenza. Quindi con questa determina la Regione ci ha penalizzati due volte!
Questo atteggiamento è mortificante ed irrispettoso del ruolo dei consigli comunali e con noi la regione sta insultando tutti coloro che fanno politica in prima linea tra i cittadini e per i cittadini.
Non solo siamo il territorio nel quale si trattano il triplo dei quantitativi di rifiuti prodotti nell’intero ATO di Latina, ma dobbiamo essere pure il deposito di tutti? La sussidiarietà tra ATO vale sempre e solo in un’unica direzione?
Perchè non usare il pretesto dell’emergenza (che ancora resta tutta da dimostrare) per individuare con lo stesso imperio i siti di stoccaggio delle ecoballe nei territori di provenienza? A ognuno la sua quota parte.
Occorre non solo che la Regione si assuma le responsabilità del suo ritardo nell’approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti, ma che determini atti risolutivi all’insegna dell’equità, all’insegna della ridistribuzione agli ambiti e ai sub ambiti dei materiali prodotti. Solo allora i comuni virtuosi come il nostro non dovranno pagare le conseguenze nefaste di politiche inadeguate di altri territori. Se fosse per Aprilia, grazie alla raccolta differenziata, non avrebbe ragione di esistere nemmeno il primo piazzale. Che si applichi davvero il principio del “chi inquina paga” e in questo caso a pagare, economicamente e in termini ambientali, non può essere la nostra città.”