Con la delibera di giunta numero 90 del primo aprile è stato congelato il bando per l’assunzione dell’addetto stampa del Comune di Aprilia. Il concorso per il ruolo di ufficio stampa aveva posto numerosi dubbi. Infatti, è stato pubblicato in data 31 gennaio 2014, per scadere domenica 9 febbraio 2014. La deliberazione numero 171 del 6 dicembre 2013 formulava delle direttive al dirigente del servizio Risorse Umane per l’assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato di un addetto stampa e portavoce del sindaco ex art. 90. Il dirigente aveva così avviato un avviso pubblico per l’assunzione, mediante una valutazione comparativa, sulla base del curriculum ed eventuale colloquio con il sindaco.
Considerando anche il difficile momento del nostro Paese, come della città, a livello occupazionale, si sarebbero potuti candidare molti giovani, preparati, in cerca d’impiego. Difficile che la comunicazione raggiunga tutti gli aspiranti se è possibile accedere al bando per un periodo così limitato. A ciò si sommano gli strani requisiti d’ammissione, mai nella storia dell’Amministrazione del Comune di Aprilia così dettagliati e precisi.
Tra i punti che hanno suscitato le maggiori perplessità, anche fra giornalisti professionisti e comunicatori, differenza che fra l’altro non tutti sembrano conoscere, la richiesta di aver esercitato la professione di giornalista da almeno 5 anni e l’aver svolto l’attività di addetto stampa, presso una pubblica amministrazione, per almeno un anno. Una descrizione talmente puntuale, stabilita dalla giunta, che sembrava disegnare in maniera precisa il profilo di un possibile candidato, insomma l’ennesimo caso di bando ad personam.
Difficile, infatti, dopo aver letto i requisiti del bando, credere che siano numerosi i candidati in possesso delle esperienze descritte . Un bando che agevolava un’assunzione in realtà già decisa da tempo. Sulla questione erano intervenuti gli attivisti di un noto movimento politico, non riconosciuto ad Aprilia a livello nazionale, che avevano già ipotizzato il nome di un possibile candidato a ricoprire il ruolo.
Molti aspiranti addetti stampa si sono rivolti all’Ordine dei Giornalisti e al sindacato Stampa Romana. Con l’inizio del mese è arrivato però il ritiro ufficiale da parte della giunta: ” l’avviso di cui sopra-si legge nella delibera di giunta 90 del 1 aprile – è stato pubblicato per un periodo di tempo di dieci giorni e pertanto, non sufficientemente lungo per dare pubblicità allo stesso. Non si è proceduto, altresì, prima della pubblicazione dell’avviso pubblico, in questione, ad una ricognizione delle figure professionali interne all’ente idonee a ricoprire l’incarico posto a selezione pubblica”. Infine il seconda comma dell’art. 10 dell’avviso pubblico, allegato alla determinazione dirigenziale n.9/2014 recita: “L’amministrazione si riserva la facoltà di modificare o revocare la presente procedura con provvedimento motivato, e di non dar luogo a procedere all’incarico anche successivamente alla determinazione di affidamento.”
La Giunta ha così deliberato di formulare direttive al dirigente del servizio Risorse Umane “per la predisposizione di apposita determinazione dirigenziale, di revocazione della determinazione n.9 del 28 gennaio 2014 recante in allegato l’avviso pubblico”.
Come ben si può capire la giunta si è limitata a chiedere il ritiro da parte del dirigente del lavoro, senza però revocare la sua deliberazione, la 171 del 2013, che prevedeva comunque di affidare il mandato per la predisposizione del bando, con i requisiti assurdi che hanno suscitato la maggior parte delle polemiche. Insomma la situazione è ancora in sospeso.
Il ruolo di addetto stampa è svolto attualmente dal capo di gabinetto Giannantonio, che non è nemmeno il portavoce, caso in cui fra l’altro, per legge, non è invece richiesta l’iscrizione all’albo dei giornalisti, questione anche questa che in molti sembrano ignorare, considerando i requisiti richiesti nel bando per la duplice figura portavoce/addetto stampa. In merito alla questione abbiamo deciso di riportare ai lettori la legge che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, la legge n. 150 del 2000 che, fra l’altro sottolinea le differenze fra informazione e comunicazione, oltre a quella fra portavoce e addetto stampa.
Per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività di “informazione” nell’ambito degli “uffici stampa”, l’art. 3 del regolamento, sviluppando l’indicazione già contenuta nell’art. 9, comma 2, della l. n. 150, stabilisce che l’esercizio di tale attività “è subordinato, oltre al possesso dei titoli culturali previsti dai vigenti ordinamenti e disposizioni contrattuali in materia di accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni, al possesso del requisito della iscrizione negli elenchi dei professionisti e dei pubblicisti dell’albo nazionale dei giornalisti”, limitatamente, però, al “personale che svolge funzioni di capo ufficio stampa”, nonché (comma 2) “per il personale che, se l’organizzazione degli uffici lo prevede, coadiuva il capo ufficio stampa nell’esercizio delle funzioni istituzionali, anche nell’intrattenere rapporti diretti con la stampa e, in generale, con i media”. Nessun riferimento quindi ad anni pregressi di esperienza in uffici stampa della pubblica amministrazione o ad anni di attività giornalistica, come nel bando in questione.
Nessun requisito particolare, invece, è stabilito per il “portavoce”, cioè per colui, che può essere “anche esterno all’amministrazione”, e che è chiamato (art. 7 l. n. 150) a “coadiuvare” l’organo “di vertice” dell’amministrazione pubblica “con compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione”.
Il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, Carmen Porcelli, è intervenuta in merito alla decisione del sindaco di bloccare il bando per l’individuazione di una figura professionale atta ad esercitare le funzioni di addetto stampa, figura che al momento è assente:
“Se all’interno del personale amministrativo del Comune non esiste una figura professionale atta a svolgere le funzioni giornalistiche, allora il Comune bene ha fatto a pubblicare un bando pubblico di selezione di un addetto stampa. Pur non conoscendo allo stato attuale le ragioni che hanno spinto l’amministrazione a “congelare” il bando, dando mandato al dirigente del settore Risorse Umane di rivedere l’atto, è urgente e necessario che il sindaco prenda provvedimenti immediati al ripristino della legalità violata mettendo fine all’esercizio abusivo della professione giornalistica da parte del suo capo di Gabinetto.
E l’abusivo esercizio di una professione è un reato disciplinato dall’articolo 348 del codice penale.
Così come per qualunque figura professionale si richiedono non solo conoscenze specifiche per l’esercizio della professione ma anche l’abilitazione derivante dall’iscrizione al relativo albo, lo stesso vale per un giornalista che esercita come qualunque altro lavoratore una professione che richiede la conoscenza non solo della lingua italiana e di una capacità pratica di scrittura, ma una serie di norme, anche deontologiche che ne fanno un professionista a tutti gli effetti, sia il giornalista pubblicista o professionista.”
“Ritengo che il capo del gabinetto del sindaco,- dichiara Carmen Porcelli – che non è giornalista iscritto all’albo né ha frequentato un corso di formazione professionale interno alla pubblica amministrazione, possa ritenersi nelle condizioni, e non in grado per carità, di esercitare la professione. Più volte in consiglio comunale è stata sollevata al Sindaco l’obiezione circa l’aggiornamento del sito, i rapporti con la stampa, la realizzazione della rassegna stampa, la redazione della newsletter comunale per conoscere chi fosse l’autore di queste mansioni, ma non è pervenuta alcuna risposta, così come dal sindaco non è giunto alcun chiarimento sul motivo per cui è stato bloccato il bando per l’individuazione dell’addetto stampa a seguito di un mio intervento nel quale criticavo alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco alla stampa.
Il codice dell’informazione giornalistica – precisa il consigliere di Sel – parla chiaro: l’articolo 9 della legge 150 del 2000 dice chiaramente che è l’ufficio stampa, retto da un iscritto all’albo dei giornalisti, e nessun altro a svolgere le mansioni giornalistiche (comunicati stampa, organizzazione di conferenze stampa, aggiornamento della newsletter, cura dei rapporti con la stampa) che sono ben chiarite all’interno del Dpr del 9/9/2011, il quale declara queste attività. Le perplessità circa il bando sicuramente ci sono: il tentativo però di individuare una figura professionale, meritevole dopo un anno e più di esercizio abusivo della professione, è stato meritevole ma è la dimostrazione che l’amministrazione comunale solo dopo aver appurato di non possedere tra i suoi dipendenti una figura professionale (iscritta all’ordine) adeguata ha predisposto il bando impostato sulla comparazione dei curricula”
“Poi sulle modalità contrattuali le possibilità erano quelle del Co.Co.Co. o del contratto subordinato fermo restando i limiti imposti dalla spending review in termini di contenimento della spesa. Non appena ho avuto conferma della sospensione del bando – conclude Carmen Porcelli – ho consultato il codice dell’informazione giornalistica, mi sono confrontata con l’associazione Stampa Romana e le cose sono fin troppo chiare.
Il sindaco ha tutto il diritto di comunicare con la stampa, rilasciare dichiarazioni ma non può lasciare che l’ufficio stampa venga esercitato in questa maniera. Lo invito, pertanto, a mettere in atto quanto prescrive la legge” – ha concluso Carmen Porcelli.
Melania Limongelli