Dichiarazione del Responsabile Politiche Giovanili, Sport, Europa del Partito Democratico di Aprilia Matteo Ferrera: ”Si chiamano stage, pronunciato alla francese, e vengono sempre utilizzati contro i giovani che si affacciano da poco sul mondo del lavoro. Durano pochi mesi, circa sei, e dovrebbe servire a formare il ragazzo, ad imparargli un lavoro. Ma nella stragrande maggioranza dei casi non è così. Dopo pochi mesi, una volta finito il tirocinio, i giovani vengono mandati a casa da capitalisti senza scrupoli e tirchi per non essere messi in regola e per non fargli un contratto di lavoro degno di questo nome. In quasi tutti i casi, durante lo stage, i giovani percepiscono una miseria oppure non vengono nemmeno pagati con la scusa della gavetta e del sacrificio. La benzina per venire a lavorare come ce la paghiamo, caro signor capitalista, con la gavetta? Lo stage, tirocinio, chiamatelo come vi pare, è utilizzato dai datori di lavoro solamente per avere manodopera e schiavi a basso costo. Lo stage, non si sa per quale motivo, non è considerato lavoro dai cervelloni degli imprenditori e dagli istituti di previdenza sociale, nonostante i giovani sfruttati lavorino anche piu’ di 8 ore e che gli vengano assegnate mansioni che non farebbero nemmeno i veterani vicini alla pensione. Il tutto per i soliti quattro spicci- continua amareggiato il dirigente PD Matteo Ferrera- un precariato senza fine e un futuro che non esiste. Ad oggi, sono quasi 400mila i tirocini in atto nel mondo del lavoro. Alla fine dello stage meno di 1 stagista su 10 è assunto da quell’azienda. Gli altri vengono mandati a casa, sostituiti da altri giovani pagati una miserie, per poi subire dopo sei mesi lo stesso trattamento. Lo stage grava anche – continua il Responsabile Politiche Giovanili, Sport e Europa del PD Aprilia Matteo Ferrera – sulle famiglie, che sono costrette a mantenere i giovani, non potendo vivere autonomamente passando da un tirocinio all’altro senza certezze. Imprenditori senza scrupoli, capitalisti approfittatori, a questo vostro gioco al massacro vogliamo dire basta, vogliamo che il tirocinio sia considerato un lavoro a tutti gli effetti (con riconoscimento di contributo e NASPI al termine di esso), venga pagato il giusto e che i tirocinanti vengano assunti dopo lo stage”.