Non si risolverà la situazione dei miasmi dal Fosso della Ficoccia
“nascondendo la polvere sotto il tappeto”.
In una nota firmata dal Segretario Alessandro Mammucari e dai Consiglieri Vincenzo Giovannini e Monica Tomassetti, il PD richiama tutti gli enti preposti ai controlli alle proprie responsabilità.
Citando anche i nomi dei responsabili della situazione attuale che impedisce agli studenti di andare serenamente a scuola:
“Comune di Aprilia, Consorzio di Bonifica e la Società Acqualatina – affermano dal PD – sono i soggetti chiamati a vigilare sulla regolarità degli scarichi residenziali ed industriali.
E sullo stato di salute dei canali di bonifica a tutela dell’interesse pubblico e dell’intera collettività
Da quanto emerge in queste ore, le tre istituzioni non hanno svolto correttamente le loro funzioni.
Oggi, infatti, ancora assistiamo a scarichi abusivi non solo di natura residenziale, ma anche e soprattutto di natura industriale.
La normativa vigente (Testo Unico Ambientale) impone all’Amministrazione il preciso obbligo giuridico di individuazione del soggetto responsabile dell’inquinamento rilevato.
E l’emanazione della conseguente ordinanza di diffida.
L’Amministrazione Comunale non ha affrontato tempestivamente la situazione di degrado in cui versa il “Fosso della Ficoccia”.
Basti pensare – ricordano i tre esponenti democratici – che già nel novembre 2016 lo stesso si è tinto per giorni di colore rosso, a causa di una melma che ne ha causato un profondo inquinamento.
Ancora nel gennaio 2013 liquami fluorescenti sono stati rinvenuti nel canale, con cattivi odori denunciati alle autorità comunali dai residenti.
Per finire al 2009, quando il mancato funzionamento del depuratore di via del campo ha causato lo sversamento di sostanze inquinanti nel canale di bonifica.
Troppi ritardi e troppi mancati interventi, che hanno portato oggi ad una situazione insostenibile dal punto di vista ambientale e della salute pubblica.
Con forti ripercussioni per i nostri studenti.
Costretti a subire disagi per poter esercitare il loro diritto allo studio”.
di Massimo Pacetti