“Un’altra forte spallata alla cultura. A pochi giorni dalla pubblicizzazione degli “ambiziosi” piani che ultimamente la giunta Terra ha mostrato in commissione consiliare per riattivare il polo culturale dell’ex Claudia ormai in stato di abbandono, la giunta Terra decide di dare un’altra spallata alla cultura apriliana preferendo chiedere un finanziamento regionale per la festa dell’uva e del vino piuttosto che per Osmosi.” spiega in una nota stampa Alessandro Mammucari di MovAp.
“Osmosi era rimasta l’unica manifestazione culturale apriliana che aveva il duplice obiettivo: far collaborare le numerose e slegate associazioni apriliane in produzioni culturali comuni e far vivere il polo ex Claudia il cui progetto di ristrutturazione europea era proprio destinato a questo tipo di attività. L’anno scorso Osmosi si è tenuta, come dalla sua istituzione, nelle sale dell’ex Claudia grazie al bando regionale “Lazio delle meraviglie”. Quest’anno invece, la giunta Terra ha preferito accedere ai fondi di questo bando per la festa dell’uva e del vino. Per l’ennesima volta si è sacrificata la cultura per una sagra paesana stile panino e salsiccia. Nonostante, infatti, la richiesta di 7mila euro regionali, l’impianto strutturale della festa è quello a cui ci ha abituato questa amministrazione da alcuni anni.” prosegue la nota.
“Circa 8 mila euro dei 14 previsti servirà infatti al montaggio degli stand in piazza Roma, al service musicale, alle ciambelline e uve da assaggio. I fasti degli anni ’90 quando tutti i ristoratori apriliani mettevano su, insieme, delle serate uniche all’insegna del cibo e vino apriliano, con la presenza di chef di livello nazionale, sono ben lontani da questa edizione. Anche il timido tentativo di creare dei percorsi enogastronomici nella nuova edizione, è assolutamente superficiale e non dettagliato. Il clou della “sagra paesana” si consumerà nei laboratori per i bambini che così si divertiranno in piazza Roma a pigiare l’uva. Ma la conferma della “sagra paesana” trionfa nella citazione del marchio doc rilasciato nel 1966.”
Conclude la note: “Neanche un accenno al fatto che il marchio del ’66 è stato “cassato” nel 2010 per un marchio più “generale”: il Bianco di Aprilia, il rosso diAprilia, il rosato di Aprilia, il Merlot di Aprilia. Segno di un passato che non c’è più e che non ha più competitività nel mercato. Ben altre sono le iniziative da intraprendere per supportare le cantine apriliane in un mercato globale che punta sulla qualità, sulle peculiarità, sul forte legame al territorio e alla sua cucina”