E’ una critica dura e mirata quella mossa dal Presidente di MovAp, Lorenzo Lauretani, indirizzata al sindaco di Aprilia Antonio Terra e tutto quello che è il progetto civico costruito dalla maggioranza. I recenti attacchi del consigliere Spallacci alla sua maggioranza e le voci che vedrebbero il vicesindaco Principi riorganizzare Forza Italia, hanno fatto n modo che si creasse una spaccatura nella giunta Terra. Queste le parole di Lauretani:
“Le critiche mosse in queste ore dal consigliere comunale Mauro Fioratti Spallacci alla sua maggioranza fanno emergere ancor di più lo sgretolamento di quel progetto civico che oggi appare profondamente mutato rispetto alla vittoria del 2009, critiche feroci che sottolineano un immobilismo ormai visibile a tutta la città rispetto al quale non si può far finta di niente.”
In particolar modo, il Presidente di MovAp critiche le mancate promosse del sindaco e della maggioranza circa i problemi della città:
“Con il sindaco Antonio Terra ci doveva essere la “Rinascita” della nostra comunità. La rabbia delle periferie in attesa di un perenne risanamento che non arriva, l’urbanistica delegata ai piani di lottazzazione in continuità con le vecchie amministrazioni, il mancato risanamento della Multiservizi, una macchina amministrativa inefficiente come testimonia il caso delle perenni file per il rilascio delle carte d’identità, la gestione dei tributi comunali lontana anni luce dall’ottimalità lasciando per strada molte risorse, lo scandalo dei concorsi, strade comunali costantemente “rattoppate”, parchi pubblici lasciati all’incuria ed infine quell’isolamento politico della quarta città del Lazio figlio delle mille ambiguità di una stagione che poco a che fare con la “Rinascità” e molto con la “Decadenza”.”
Una ‘decadenza’, dunque, per Terra anche dal punto di vista elettorale, cosa che secondo Lauretani non può essere ignorata:
“Alle elezioni del 2013 tutti assistemmo al successo elettorale di Antonio Terra. Furono 18.544 le preferenze conquistate che gli consentirono di vincere al primo turno con una coalizione che raggiunse il 55,35 % dei consensi. Dopo 5 anni nel 2018 quello stesso candidato ha raccolto poco più di 9.664 preferenze perdendo quasi 9.000 voti personali e facendo fermare la sua coalizione a solo il 37,80 %. […]
[…] Se come affermato in queste ore un assessore che dimezza i voti non viene riconfermato perché bocciato dagli elettori, ciò vale ancor di più per un candidato a sindaco che non solo dimezza le preferenze, ma lo fa in un contesto in cui l’astensione raggiunge il 50 per cento.”
F.Z.