“Sulla TA.RI. 2021 un pasticcio senza fine da parte dell’amministrazione Terra, con il conto presentato a carico delle attività produttive del nostro territorio che oltre a subire i danni della pandemia sono chiamate a pagare tasse per servizi dei quali non si è usufruito. Sulla questione della TA.RI. è bene andare con ordine. Nell’agosto 2020 il legislatore ha introdotto importanti novità per la TA.RI. applicata alle utenze non domestiche, ovvero per tutte quelle imprese e negozi che operano sul nostro territorio che spesso sono chiamate a pagare una tassa sproporzionata rispetto al servizio reso. Tra le più importante la possibilità per quest’ultime di uscire dal servizio pubblico e gestire il conferimento dei rifiuti urbani assimilati a società private non sostenendo più il costo della TA.RI. (salvo la quota residuale della parte fissa) pagando quindi il servizio di smaltimento dei rifiuti in ragione del conferimento e della reale quantità di rifiuti prodotti. Una novità importante che porterebbe le molte attività a pagare una quota TA.RI. di gran lunga inferiore alle bollette inviate dal Comune, le quali è bene ricordare non tengono conto dei rifiuti prodotti o della capacità/attenzione nel differenziare i rifiuti bensì poggiano il calcolo del costo della TA.RI. prevalentemente su elementi dimensionali dell’impresa. Purtroppo, ad oggi pur potendo, l’amministrazione comunale non ha ancora adottato le opportune modifiche regolamentari per consentire alle utenze non domestiche di esercitare questo diritto che per legge va fatto entro il 31 maggio 2021, recapitando in questi giorni le bollette anche a chi deciderà di conferire i rifiuti urbani assimilati ad imprese private. Un ulteriore aspetto riguarda la questione dei costi della Progetto Ambiente e le azioni necessarie per ridurli. Il tavolo di confronto promesso in Consiglio Comunale dall’amministrazione non è stato ancora convocato nonostante l’urgenza dovuta anche in ragione alle novità introdotte di recente”.
“Costi e non solo, perché è bene anche chiarire alla cittadinanza che i mancati incassi subiti dal Comune di Aprilia nel corso del 2020 per effetto dell’emergenza sanitaria ammontano per il solo 2020 a ben 7 milioni di euro, dato che dovrà essere certificato ufficialmente entro il 30 aprile 2021 al Ministero dell’Economia per la quantificazione dei trasferimenti compensativi da parte dello Stato ai Comuni. Si evidenzia al riguardo che i mancati incassi ed in generale gli squilibri di cassa del Comune in “qualche modo” debbono esser sanati e qualora non si riesca a recuperarli pretendendo da chi non paga il pagamento il rischio concreto che ancora una volta chi paga dovrà pagare un po’ di più “è più che fondato”. Le bollette arrivate in queste ore nelle nostre case “ad una prima occhiata” potrebbero sembrare maggiori rispetto all’anno precedente ma è bene chiarire che non è così, ovvero quest’anno il Comune ha pensato di ridurre le possibili rate portandole da 3 a 2 (sostanzialmente nel 2020 era possibile pagare la TA.RI. in 3 rate nel 2021 il numero massimo di rate è 2) scelta incomprensibile. Infine la questione relativa agli aumenti della TA.RI., al riguardo è bene chiarire e precisare che GLI AUMENTI CI SARANNO, ma semplicemente non sono ancora visibili e ben quantificabili poiché le bollette inviate in questi giorni dal Comune per il pagamento della TA.RI. non tengono conto degli eventuali aumenti da applicare per l’anno 2021, giacché ancora non decisi dal Consiglio Comunale nel corso dell’ultima seduta con il rinvio di adozione delle nuove tariffe da effettuarsi entro il 30 giugno 2021. Riteniamo, anche sulla base del recente grido di allarme lanciato dai commercianti, è sempre più urgente adottare le misure necessarie per alleviare le sofferenze delle attività produttive ed evitare ingiustificati aumenti per le famiglie apriliane che potrebbe ricevere bruttissime sorprese a breve” così in una nota stampa Alessandro Mammucari di MovAp.