L’installazione di nuove antenne della telefonia mobile, le cosiddette SRB, a cui abbiamo fatto cenno nei giorni scorsi, desta la preoccupazione della popolazione di Aprilia: sono noti, infatti, gli effetti cancerogeni che le onde elettromagnetiche, altrimenti definite radiazioni non ionizzanti, possono causare sull’organismo. Sull’argomento interviene Andrea Ragusa, del Movimento Cinque Stelle di Aprilia
“L’Art. 32 della Costituzione recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» e nella fattispecie i controlli finalizzati alla tutela della salute contro gli eventuali effetti nocivi dell’elettromagnetismo è devoluto ai Comuni e alle Province che, come recita l’art. 14 della Legge n. 36 del 22 febbraio 2001, al fine di esercitare le funzioni di controllo e di vigilanza sanitaria e ambientale per l’attuazione della presente legge, utilizzano le strutture delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, di cui al decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496, convertito, con modificazioni,dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61.”- spiega Andrea Ragusa.
Nella Regione Lazio tale organo di controllo è l’A.R.P.A Lazio cioè, l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, a cui la legge assegna, tra gli altri, anche compiti di controllo sulle emissioni generate dagli impianti esistenti e alla valutazione preventiva dalle emissioni che sarebbero prodotte da nuovi impianti per i quali si richiede l’autorizzazione all’ installazione.
I controlli sulle emissioni, non riguardano solo la potenza emessa dalla singola SRB, ma anche la radiazione di fondo che è la somma delle radiazioni che agiscono in un determinato luogo. Pertanto quando si installa una nuova antenna per telefonia mobile o SRB, alle radiazioni che emetterà vanno sommate tutte le radiazioni che ci sono nell’aria, da quelle dei satelliti a quelle delle telecomunicazioni, dalla radio alla televisione.
“l’Arpa non effettua controlli e monitoraggi costanti se non in caso venga denunciato un problema grave su cui intervenire” – questo è quanto asserito dall’Assessore Lombardi. Ora Andrea Ragusa e il movimento pentastellato si chedono se l’intervento dell’ARPA sia solo considerato necessario di fronte all’insorgenza di un problema grave oppure se sia stata interpellata in maniera preventiva come previsto dalla legge.
“Di fronte ad una normativa così chiara e ad una struttura pubblica funzionante quale è l’ARPA, a cosa servirebbe affidare il monitoraggio delle emissioni, dotandosi anche di strumentazione propria, all’ennesima consulenza di un professionista privato da parte del Comune quando non c’è bisogno di un monitoraggio continuo, ma basta l’autorizzazione preventiva dell’ARPA ed un controllo immediatamente successivo alla messa in funzione dell’impianto? Visto che, come asserito sempre dall’Assessore, gli ultimi controlli su alcune delle antenne collocate in centro, risalgono a giugno 2011, mi chiedo se si sia tenuto conto, nel valutare l’impatto delle emissioni elettromagnetiche, dell’accresciuta penetrazione delle emissioni delle SRB a causa del ritorno alla trasmissione radio, da parte delle compagnie telefoniche, sui 900 MHz in quanto il segnale radio è meno attenuato dagli edifici e quindi, più penetrante.”
“L’Amministrazione, sempre in base a quanto affermato dalla Lombardi, deve verificare che le emissioni non superino la soglia di rischio, ma secondo la legge vanno valutati anche i limiti di esposizione e i valori di attenzione e : “A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle suddette frequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari”, si assumono dei valori di attenzione ancora più bassi. Sicuramente è lodevole che si opti per superfici comunali per incamerare il ristoro, ma visto che le antenne su proprietà comunali sono almeno 4 e portano forse nelle casse comunali 40.000,00 € l’anno e che alla fine dell’anno scorso abbiamo assistito anche al passaggio dalla TA.R.S.U. alla Ta.R.e S. con un considerevole aumento per tutti i concittadini, anche se non sarebbe stato, ancora per il 2013, un passo obbligato così come previsto dal D.L. 102/2013, art. 5 comma 4-quater, convertito nella Legge 124/2013 viene da chiedersi di quanti soldi abbia bisogno il nostro Comune.”- conclude Ragusa.
Melania Limongelli