Con un Piano Faunistico-Venatorio fermo al 1998 il Lazio si pone fuori dalla normativa vigente in fatto di caccia. La denuncia arriva da Italia Nostra Lazio, Enpa, Lipu e Wwf che in una nota congiunta inviata alla Regione Lazio chiedono di adeguarsi, pena danni ambientali, erariali e procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea. Le associazioni chiedono inoltre che il nuovo Piano Faunistico venatorio, insistendo anche su Siti di Importanza Comunitari (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS), segua la procedura della Valutazione di Incidenza, secondo quanto previsto dall’articolo 5 del Dpr 357/1997.
Italia Nostra, Enpa, Lipu e Wwf ricordano che la mancata applicazione della Valutazione di Incidenza è alla base della procedura Pilot UE 6730/14/ENVI e che l’Italia è stata condannata, in passato, per la mancata applicazione della Direttiva Uccelli.
Per Italia Nostra Lazio non è più tollerabile il mancato rispetto da parte della Regione Lazio delle direttive europee in tema di conservazione delle specie animali. E’ necessario che si volti immediatamente pagina a tutela della fauna che costituisce, in base alla legge, “un patrimonio indisponibile dello Stato” e, come tale, un bene comune dell’intera collettività.
Da sottolineare inoltre, spiega Italia Nostra Lazio, che la biodiversità costituisce un valore aggiunto per tutto il territorio regionale. Per queste ragioni proseguiamo nel coordinamento avviato sui temi della tutela delle specie animali con le altre associazioni ambientaliste ed animaliste, ponendoci tutte assieme come interlocutori per i nuovi amministratori regionali e come promotori di prossime iniziative di sensibilizzazione dei cittadini a difesa del patrimonio faunistico regionale.