“Al di là degli aspetti tecnico-giuridici la transazione con la Flavia 82 certifica, qualora ci fosse bisogno di ulteriori prove, l’esaurimento di quella spinta valoriale posta all’origine del progetto civico. Atto questo che arriva dopo l’accordo transattivo con la Salini Costruzioni, ma soprattutto con Acqualatina che, insieme alla Turbogas e all’Aser, ha segnato il punto di rottura e l’inizio per la costruzione di una nuova proposta politica fondata sulla tutela degli interessi generali, sulla legalità e su un rinnovato rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione i quali, non si erano più sentiti tutelati dai partiti tradizionali e dalle proposte intorno alle coalizioni consolidate. La forma del civismo post identitario, il radicamento territoriale marcato da localismo difensivo, la promessa di migliorare l’amministrazione rinnovando procedure e introducendo un sistematico ascolto dei corpi sociali, sono stati gli elementi vincenti per ottenere per tre volte il consenso popolare necessario ad amministrare la Città.
Dopo 15 anni di governo quella maggioranza non esiste più, non solo perché il sindaco ha deciso unilateralmente di espellere un gruppo politico che nel 2018 ha contribuito in maniera decisiva alla sua riconferma (sarebbe poca cosa, nonostante la violazione del mandato elettorale), ma perché lui stesso si è dimostrato indisponibile al necessario rinnovamento fino a far venire meno i presupposti che diedero vita a quella proposta politica.
La transazione con la Flavia 82, dopo quella con Acqualatina e l’accordo siglato con la società che ha realizzato la Turbogas, suonano come uno “sciogliete le righe”. Sono il segno concreto della fine di una stagione politica per esaurimento di quelle battaglie simbolo che favorirono l’indignazione, la mobilitazione fino all’organizzazione e all’ottenimento del consenso per “cambiare le cose”.
Oggi, sulla Flavia ’82, al di là di aspetti poco convincenti sotto il profilo tecnico e su quello della reale convenienza economica dell’Ente, è bene ricordare che lo scioglimento della convenzione per gravi inadempienze ha significato il riconoscimento di un enorme danno ai cittadini che per anni non hanno avuto i necessari servizi pubblici in uno dei quartieri maggiormente popolati della Città. La battaglia contro la Flavia ha significato una doverosa lotta per difendere l’interesse generale, bene costato a numerose famiglie somme esorbitanti per ri-acquistare una seconda volta la loro abitazione.
La Flavia è anche un simbolo della lotta elle ingiustizie consumatesi nella 167 di questa Città, come bene aveva capito il sindaco Domenico D’Alessio, che diversamente aveva orientato l’azione della sua amministrazione a completa difesa di quei cittadini. Così come sono state un simbolo di pari intensità le lotte intraprese contro la Turbogas e Acqualatina. La real politic del sindaco Terra ha cancellato tutto questo.
Cosa rimane oggi di quella spinta ideale? Niente. Solo l’ordinaria amministrazione. Solo la gestione del potere fine a sé stessa. Solo la lotta per mantenere questo potere per “fare delle cose”, non per ristabilire la giustizia e il corretto ordine sociale che interessi economici di una sola parte hanno di volta in volta turbato. Si procede alla giornata senza “grandi orizzonti”.
Avanti, dunque, è il tempo di costruire una nuova proposta politica a schema libero. Nessuno si senta più vincolato ad un progetto che ha esaurito la sua spinta e la sua anima originaria.”