12 milioni di euro a favore degli enti comunali per potenziale il trasporto pubblico locale e favorire la mobilità condivisa.
Le amministrazioni inoltre possono decidere – in caso di sforamento dei limiti di smog per più di 7 giorni – di far diminuire la temperatura del riscaldamento di 2 gradi negli uffici pubblici e negli appartamenti privati, oltre che far limitare la velocità di circolazione a 30 km/h nei centri urbani. Decisione questa alquanto bizzarra: paradossalmente è risaputo che diminuire la velocità di un mezzo durante la fase dello spostamento, l’emissione inquinante nell’atmosfera risulterebbe essere maggiore. Ad esempio, nei pressi di un semaforo, la presenza delle auto in fila ferme nell’attesa del verde, in quel frangente si concentrano maggiori volumi di emissioni di anidride carbonica.
In aggiunta a quanto poc’anzi illustrato, i sindaci possono vietare la bruciatura di biomasse ed incentivate la rottamazione delle auto maggiormente inquinanti.
Per contrastare il superamento del limite di Pm10, i presidenti di Regione e Anci a breve si incontreranno per mettere a punto un vademecum, che non dovrebbe avere alcun valore giuridico ma piuttosto spetterà ai sindaci applicarlo.
Per il ministro dell’Ambiente Galletti, questa task force è stata disposta per quei comuni che soffrono di un elevato tasso di smog presente nell’aria. Ma, pur rimanendo in una visione ottimistica della situazione, l’Italia sembra aver imboccato la giusta direzione per un miglioramento, però ancora tanto resta da fare. Per essere all’altezza della situazione e spuntarla, è fondamentale che i cittadini adottino tutti gli strumenti necessari, la stessa sensibilità che hanno avvertito ed adottato per la raccolta differenziata. Tuttavia, per tamponare l’inquinamento atmosferico, diverse sono state le disposizioni dei sindaci: dalle targhe alterne, al divieto di circolazione, dai mezzi pubblici gratis o a tariffa ridotta.
Il vademecum del ministro Galletti potrebbe essere la soluzione al problema. Ma, secondo dati ISTAT del 2011 (anno dell’ultimo censimento), almeno il 48% della popolazione residente utilizza il proprio mezzo per recarsi sul posto di lavoro o di studio. Quindi otto persone su dieci utilizzano un mezzo di trasporto, siano essi pubblici o privati o collettivi, ricorrendo a volte all’utilizzo di un veicolo a due ruote.
A Roma, dopo aver toccato il valore record di Pm10 di 119 microgrammi per metro cubo, il parametro è sceso a 44, complice anche le condizioni meteorologiche avverse, che potrebbero portare i livelli di inquinamento sotto la soglia di allarme.
Adottiamo questo discorso per una realtà più piccola: la città di Aprilia è a rischio inquinamento da Pm10? A smentire qualunque preoccupazione le parole dell’Assessore all’Ambiente Alessandra Lombardi: “Con le risorse provenienti dai Plus in città sono state installate 4 centraline di monitoraggio fisse per rilevare il volume di particelle inquinanti e 3 mobili, montati su alcune auto di linea. I dati sono visibili, anche in tempo reale, sul sito www.plusaprilia.it.
Ad Aprilia è stato registrato uno sforamento dei livelli di Pm10 per 2 volte nel 2015, secondo i dati dell’Arpa Lazio. Il periodo di rilevazione delle centraline si riferisce a quest’estate: le alte temperature e le emissioni inquinanti (smog) nel centro urbano, hanno prodotto una concentrazione del particolato.
Mentre nel periodo invernale sono i riscaldamenti e i fumi delle caldaie a far registrare un incremento nell’aria di sostanze inquinanti. La presenza anche di biomasse e biogas rende poco influente l’aumento nell’ambiente di queste particelle dannose per l’organismo umano, a maggior ragione che soltanto 3 sono operative. La scelta del Ministro Galletti di dare vita ad un vademecum che metti d’accordo la totalità dei sindaci in tema in inquinamento da Pm10 è funzionale se c’è cooperazione e collaborazione da parte di tutti noi cittadini.”
La riduzione del particolato (Pm10) è da decenni un obiettivo della politica europea e mondiale; i limiti annuali risultano spesso violati nelle grandi città d’ Italia.
Negli ultimi giorni del 2015 sarebbero state registrate dalle centraline comunali di Aprilia due ulteriori sforamenti del limite di Pm10 e precisamente il 30 ed il 31 di Dicembre, con valori al di sopra dei 50 microgrammi al metro cubo previsti per legge. Per essere pignoli: il 30 Dicembre il valore giornaliero di Pm10 rivelato dalle centraline, è stato di 57 microgrammi al metro cubo, classificando con la categoria “mediocre” la qualità dell’aria; mentre la vigilia di Capodanno il dato è salito, sfiorando i 60 microgrammi al metro cubo e con la medesima “qualità dell’aria”.
Diverse risulterebbero essere invece le misurazioni nei primi giorni dell’anno nuovo: il 3 Gennaio il valore registrato di Pm10 è stato di 18 microgrammi al metro cubo, con una qualità dell’aria definita dagli standard di misurazione come “buona”; mentre, il giorno successivo, secondo la centralina dell‘Arpa Lazio (Aprilia2), il dato di Pm10 emerso, è stato quello di 29 microgrammi a metro cubo.
Le statistiche riassuntive presentate (v. in basso nella galleria immagini) corrispondono a quanto richiesto dalla normativa vigente che, per la particella di Pm10, è prevista che in nessuna delle stazioni presenti in una data zona o agglomerato venga superata la soglia di 50 ug/m3 per più di 35 giorni l’anno. Per mantenere sotto controllo questo limite di legge (limite di protezione della salute umana), viene effettuato, per ogni stazione presente nell’agglomerato considerato, il conteggio dei giorni di superamento. Mentre, sempre secondo le leggi vigenti, il valore del particolato (Pm10), non deve superare la soglia giornaliera di 50 microgrammi al metro cubo e il valore medio annuale di 40 ug/m3.
Melania Orazi