“Non ho mai detto di essere contraria a concedere cubature, ho sempre ribadito però che chi guida la città di Aprilia dovesse porre come improrogabile, prioritaria quindi, la programmazione urbanistica partendo dai servizi, scattando quella tanto attesa fotografia dei bisogni a partire dalla periferia per arrivare al centro urbano“, sono queste le parole della Consigliera Comunale, Carmen Porcelli che, in un comunicato stampa risponde alle parole mosse dal Vicesindaco di Aprilia riguardo la questione della gestione urbanistica della città.
“Zittire, far tacere qualcuno, indurlo al silenzio. Riempirsi la bocca, compiacersi di ciò che si dice. Se sono state queste le parole utilizzate in risposta al mio intervento sul recente incarico affidato ai tecnici Nuti e Raponi per cancellare i vecchi vincoli legati a strade mai realizzate, il vicesindaco si è difeso dalle accuse di passatismo nella gestione urbanistica di Aprilia perdendo il suo consueto stile. E’ facile però, pur non avendo atteggiamenti vittimistici, pensare che un uomo, con frasi simili possa riassumere il senso di quanto possa essere dannosa e inutile una donna che parla di urbanistica. Sono semplici supposizioni le mie; ciò di cui ho cognizione, invece, è che non mi zittisce nessuno perché sono una persona libera, anzi sono un consigliere comunale eletto e rappresento insieme ad altri ventritè una città di 80mila abitanti, non una lobby di costruttori, e quando parlo non mi riempio la bocca compiacendomi ma parlo sulla base di atti. E’ un mio dovere parlare, più che un mio diritto, perché nel difficile ruolo di opposizione ho anche l’onere del controllo amministrativo. E avverto parlerò sempre ogniqualvolta ne avrò voglia e chi mi ascolterà saprà sempre che quando lo faccio ciò avviene sempre in ragione di cognizione di causa. Odio i ping pong giornalistici, ma a questo punto mi corre l’obbligo di scrivere anche per attenuare alcuni toni spero involontariamente offensivi”, afferma a proposito il Consigliere Comunale.
“Quando– prosegue il Consigliere Comunale di Opposizione- leggo di urbanistica, quando nell’impegno quotidiano confronto le esperienze di altri comuni nella pianificazione e redazione del piano regolatore, leggo parole come premialità edilizia, vale a dire quell’ istituto recente, nato in via di prassi, ma recepito da alcune leggi regionali, che consiste nell’attribuire un diritto edificatorio aggiuntivo, rispetto a quello previsto in via ordinaria dagli strumenti urbanistici, riconosciuto quale premio per il raggiungimento di determinati obiettivi pubblici: in parole povere leggo che dietro la concessione di cubature, spesso addirittura anche dietro il controllo della qualità del costruito, un amministratore si pone il problema di individuare i servizi e di concertarli con il privato. Chi vuol realizzare deve qualcosa alla comunità, cosa che in questo comune non è avvenuto mai o quasi e anche quando è avvenuto, purtroppo, il rischio è di leggerlo solo sulla carta: pensiamo soltanto per un attimo al Palazzetto dello Sport, opera faraonica che non si realizzerà mai, oppure pensiamo al teatro di via Cimarosa che i rumors danno – man mano che si avvicina la scadenza della convenzione – per tramontato visto l’avvicinarsi della revisione dell’accordo tra privato e ed ente comunale. Ripartiamo però dal principio. La ricognizione dei vincoli, lavoro concesso a due tecnici apriliani, potrebbe comportare altre cubature: lo ha affermato lo stesso sindaco, lasciando ai tecnici – bontà loro – la comunicazione dei numeri finali. Ci faranno sapere. Ho affermato che, ma è una mia opinione, vorrei capire se dietro questa storia si recupera anche qualche lotto intercluso, chiamiamolo così, nel quale si costruirà in seguito qualche palazzina in centro. Cosa che oggi, forse, date le combinazioni di vincolo non è possibile e continuo a sottoscrivere questa mia affermazione, perché la storia di Aprilia ci insegna così. Potrei sbagliare, per carità, ma il nostro presente sembra ricalcare le logiche utilizzate in altri tempi, perché se i commenti dei tecnici al mio invito a vedere i bisogni, i servizi è “tanto oggi i servizi leggasi opere non li realizza più nessuno”, allora mi chiedo dove vuole andare questa città, su quale strada la stiamo conducendo se sulla retta via o su quella tracciata da altri anni or sono. Se stiamo diventando collezionisti di francobolli, o di lotti interclusi, oppure vogliamo finalmente dare respiro ad Aprilia ragionando come ragionano grandi amministratori, grandi urbanisti. Guardiamo al comparto che va da Piazza Roma a Piazza Benedetto Croce, che dovrebbe essere interessato grosso modo da questa ricognizione, e facciamo un calcolo dei servizi. Ci renderemmo conto in pochi minuti che è un agglomerato di case, di vite, senza servizi“.
“Il problema vero è che senza un piano regolatore generale non si arriverà mai a definire la crescita ordinata della città, tenendo conto dei bisogni dei cittadini, delle peculiarità degli abitanti di Aprilia, dei tempi di vita della città e di questo ne sono consapevoli l’assessore all’Urbanistica Franco Gabriele e il suo predecessore, l’attuale sindaco Terra, che avevano inserito il Prg nel loro programma elettorale e oggi si smentiscono da soli. La logica dell’alieno, quella logica per cui siamo ad Aprilia in attesa che la navicella ci riporti al paesello deve finire: siamo apriliani e stiamo consegnando ai nostri figli una città di privazioni. E non è un bel regalo. Non aspettiamoci “grazie”“.