Riscossione tributi: perché il Pd è tanto contrariato?

“Un fallimento politico, poca chiarezza, mancano i punti di forza e poca trasparenza.”

Il segretario del Partito Democratico Alessandro Mammucari elenca le varie motivazioni che hanno spinto i rappresentanti del Pd in Consiglio Comunale a votare contro la proposta di delibera per l’esternalizzazione della riscossione tributaria coattiva, decisione che a detta del partito: “ha riportato indietro le lancette dell’orologio apriliano alla nefasta stagione rappresentata dalla gestione ASER”.

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Punto Uno: “La prima delle ampie motivazioni che ci hanno portano con convinzione ad esprimere un voto contrario al dispositivo è di carattere strettamente politico. L’esperienza civica guidata dal sindaco D’Alessio ha avuto il pregio di riportare all’attenzione di tutta la città la centralità dell’operatore pubblico in tutti i diversi settori amministrativi, ed in particolare, in quello dei servizi pubblici a rilevanza economica e non, affidati in passato con troppo leggerezza ad operatori economici privati. Oggi, sulla base di quel seme condiviso in consiglio comunale dal gruppo consiliare del Partito Democratico, crediamo che quella impostazione debba continuare a svolgere la linea giuda dell’azione amministrativa del nostro comune”.
Punto Due: “Chiarito questo importante aspetto di carattere politico, altri sono gli elementi che ci hanno spinto a votare contro il dispositivo proposto.
In questi giorni si è cercato di far passare l’idea che l’intenzione dell’amministrazione non era quella di esternalizzare il servizio di riscossione coattiva, ma solo quello di affidare ad un privato, peraltro come già avvenuto in passato, dei servizi ausiliari necessari per consentire all’ufficio tributi di svolgere l’attività di recupero dei tributi evasi ed elusi. Mai giustificazione fu tanto ardita. La delibera proposta non dispone in merito ad un appalto di servizi ausiliari alla riscossione, ma riguarda la concessione dell’intero servizio di riscossione coattiva con il trasferimento al privato dell’esercizio di attività che implicano l’espletamento di pubblici poteri e lo spoglio da parte dell’amministrazione comunale di una delle sue funzioni istituzionali più rilevanti e delicate come quella relativa alla riscossione coattiva delle proprie entrate.”
Punto Tre: “Se ardito è stato il tentativo di chiarire l’effetto ultimo del deliberato proposto, altrettanto è la difesa dei suoi punti di forza ovvero che la scelta non comporterà nuovi oneri aggiuntivi per i contribuenti e che non si verificherà quanto accaduto in passato con la gestione Aser, grazie all’inserimento della condizione in base alla quale i tributi dovranno essere incassati sui conti correnti intestati al Comune di Aprilia. Infatti, non si tratta di una idee innovativa dell’amministrazione comunale, ma della semplice applicazione di norme statali quali il Decreto Legislativo 446/1997 e della Legge 11 marzo 2014, n. 23”.
Punto Quattro: “Infine, come non citare l’ennesimo dietro front dell’amministrazione Terra sull’applicazione dello Statuto Comunale o meglio di una norma introdotta di recente proprio per evitare quanto accaduto con la società Aser. L’obbligo dei 2/3 della maggioranza per deliberare in merito alla decisione di privatizzare la gestione dei tributi locali non è stata rispettata dalla maggioranza con un atteggiamento di arroganza nei confronti del consiglio comunale che il Partito Democratico farà valere nelle sedi opportune”.

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