Intervista all’Assessore all’Urbanistica del Comune di Aprilia Franco Gabriele, il quale ci fornisce delle delucidazioni in merito al regolamento comunale in simbiosi con quello regionale.
“Il Comune di Aprilia 4 anni fa ha modificato la parte finale della concessione in sanatoria e regolamentate le nuove concessioni edilizie. Nell’ultima pagina della concessione si descrivono i punti da tenere in considerazione da parte del cittadino. E’ chiaro che la Regione manda un sollecito all’adeguamento prima che scadano i tempi della concessione, però desidero ricordare che la situazione degli allacci obbligatori agli scarichi fognari ben chiariti dalla Legge Regionale 05/2011 è sancita da un atto precedente che è quello del piano di tutela delle acque del sottosuolo. Il Comune ha dovuto soltanto regolamentare quanto è stato già prescritto precedentemente: l’ente, in virtù della variante che sta attuando, ha quindi interpretato quanto sottoscrive la legge costatando l’eventualità di qualche eccezione rispetto alla variante di recupero in corso e dove ci sono opere in corso, inoltre la deroga è triennale. Quest’ultima è permessa nel momento in cui non ci siano casi di sversamento nel sottosuolo irregolari: la stessa è quindi accettata previa garanzia che la fossa di accumulo e la fitotraspirazione utilizzata dove ci sono gli spazi hanno la caratteristica di non inquinare, però tale dichiarazione lo deve avvalorare il tecnico abilitato che segue la pratica del condono edilizio del soggetto. Questa è la strada che bisognava prendere già dal 2011.
Un’altra alternativa è procedere alla regolarizzazione tramite una semplice dichiarazione per quei soggetti che in precedenza hanno aderito alla normativa. Negli ultimi 6 anni il Comune ha rilasciato circa 7 mila autorizzazioni e molti nuclei più piccoli si sono adeguati mettendo a punto una soluzione di depurazione all’interno del proprio lotto, ad esempio con la vapotraspirazione; mentre per i nuclei più grandi interviene anche Acqualatina o l’ATO ed i soggetti che rientrano in questa descrizione non devono far altro che iscriversi al ruolo dell’ambito territoriale. Per i restanti cittadini che dimorano nei luoghi dove la variante è stata approvata ossia all’interno delle cosiddette aree gialle o arancioni, lotti interclusi, in concessione viene fatto loro un impianto a norma come prevede la normativa del 2011. Quindi tutto è stato fatto in maniera trasparente, bastava venire al Comune e richiedere l’autorizzazione; inoltre l’impianto a norma costa quanto due fosse biologiche quindi valutando le circa 15 mila domande di condono in sanatoria ci ritroveremo a fronteggiare delle situazioni isolate che non possiedono un lotto idoneo che permette la realizzazione di una diagonale adatta a sancire la distanze tra il pozzo e la fossa biologica, anche per cause intrinseche. Ma in queste condizioni, da sempre, è previsto lo spurgo con mezzi attrezzati. Fatto sta che nessuno deve inquinare la falda. In quei pochi casi residuali laddove l’impianto a norma è difficile da realizzare, a meno che si metta un depuratore, l’opera di pulizia della propria fossa come minimo andrebbe fatta due volte al mese e di solito il costo per il prelievo si aggira intorno a 150/200 euro. Facendo dei calcoli sommari una persona consuma 100/120 lt di acqua al giorno, tre persone una fossa la riempiono in una settimana. E ciò significa che spendendo 150 euro di media al mese, in un anno si raggiungono quasi 2 mila euro, un impianto rifatto e a norma comporta un costo di 3-4 mila euro, è anche vero che il tecnico per il suo lavoro si prende approssimativamente mille euro. A lungo andare però la spesa vale l’impresa.”
“L’aspetto dell’adeguamento alla prescrizione regionale ci coinvolge e il percorso è nato proprio dalle esigenze dei cittadini residenti in periferia. Da questo punto in poi si è dato vita ad un percorso per il risanamento ambientale, creando quei presupposti che avrebbero sollecitato la promulgazione di una legge regionale speciale in risposta alle condizioni di Aprilia: la cosiddetta Legge 6. Quest’ultima è servita come sostegno per finanziare il risanamento di un territorio abbandonato da circa 30-40 anni; i finanziamenti derivanti dalla Cassa del Mezzogiorno hanno contribuito ad una crescita cospicua di Aprilia: nel nostro territorio sono arrivate circa 35 mila persone nel giro di 5-6 anni durante gli anni della grande industrializzazione e ciò a comportato una severa aggressione all’abusivismo edilizio.
Il territorio quindi non è stato in grado di contenere questo esodo di massa ed in questo modo si sarebbe sviluppata una controtendenza di natura edilizia: la costruzione di case senza un’ urbanizzazione efficace e regolamentata, di norma è il contrario. E zone come Fossignano, Sacida, La Gogna, Selciatella hanno subito serie conseguenze dalla politica scellerata del tempo; fortunatamente invece la zona di Carano è stata meno colpita, ma tuttavia mi sento di dire che le analisi dell’acqua purtroppo evidenziano una situazione compromettente. La scarsa capacità di gestire il territorio, come l’area di Campo di Carne, Pantanelle, a lungo andare sono quelle che hanno subito, insieme alle suddette, serie ripercussioni sotto l’aspetto insediativo non controllato.
A Campo di Carne sono stati fatti degli interventi 30 anni fa per un collettore fognario e le diramazioni centrali del borgo sono state assolte. Però ancora manca il depuratore: anche se vi erano tutti i presupposti per la sua realizzazione sono rimaste solo le vasche e quindi si verifica un traboccamento lungo il percorso del grande collettore causando il più delle volte un inquinamento da Escherichia Coli (batterio infettivo).”
“Nella zona Sacida è stata autorizzata la realizzazione di un collettore e la prospettiva è quella di andare ad allacciare lo stesso al depuratore messo a disposizione dalla Rida Ambiente. Rimane da capire se tale depuratore è limitatamente funzionante per l’attività dell’azienda oppure se può essere conforme all’uso pubblico, ma molto probabilmente lo è. A maggior ragione se è un depuratore biologico e non riceve elementi chimici può benissimo sopportare i reflui da civile abitazione, altrimenti è chiaro che il carico batterico da corpi solidi cambia gli equilibri, ma non credo che siano presenti tali attività di depurazione chimica.”
“Verificheremo col tempo la possibilità di chiedere una proroga alla Regione Lazio in virtù delle attività che stiamo svolgendo richiamate dalla variante di recupero e che adesso comunicheremo al medesimo ente. Nei piani attuativi, discorso più importante, verrà valutata ‘l’assoggettabilità bassa’: infatti il nuovo piano regolatore delle borgate rimane in auge fino al momento in cui il Comune non disporrà dei mezzi per attuare deroghe, nonché dare autorizzazioni nelle zone cosiddette “verdi”, ma solo se il piano non è assoggettabile a Vas (Valutazione Impatto Strategico). Per essere esonerati e chiudere l’iter autorizzativo all’interno del Comune con normali semplici delibere di Giunta, valuteremo in seguito se sarà possibile chiedere una deroga. In ogni caso mi interessa dire anche che molto probabilmente non saremo assoggettati a Vas perché dimostreremo che stiamo gestendo il territorio: infatti con la delibera sul piano della tutela delle acque soggiacenti il territorio di Aprilia e a questo legata la parte del regolamento degli scarichi, necessario ma non obbligatorio addirittura, abbiamo aperto delle maglie. Il Comune era solo obbligato a controllare e verificare il sistema acquifero del nostro sottosuolo e in base a questo stabilire delle aree (poco impattante, meno impattante, basso impatto, medio impatto, alto e altissimo impatto, in quest’ultimi due casi non ci si può fare niente).
Delineando in primis queste fasce di azione, insieme al piano dei rifiuti, al sistema della viabilità, al sistema di controllo del sottosuolo e al regolamento agli scarichi, mostriamo alla Regione che stiamo gestendo il territorio: questo atto è propedeutico per concederci la chiusura della variante per i 46 nuclei aperto da quasi 30 anni. La VAS (Valutazione di Impatto Ambientale Strategico) fa una fotografia del territorio e come stiamo gestendo il sistema acquifero e perciò credo che ci salveremo da questo ammennicolo e ci daranno la possibilità di amministrare tutto localmente. La chiusura definitiva dell’atto suddetto permetterà ai cittadini – si tratta di lotti gialli o arancioni – la costruzione di una propria casa o ampliare quella già presente in sanatoria. Per coloro che entro la fine del 2015 non hanno ancora provveduto ad un adeguamento in termini di scarichi o affini, il Comune solleciterà tale manodopera, andando incontro a quei nuclei familiari che per qualsiasi motivo non sono riusciti ad adeguarsi in tempo. Inoltre in determinate situazioni il Comune stesso si adopererà attraverso contributi economici nei confronti di quei piccoli nuclei familiari non ancora a norma; il depuratore di Campo di Carne è interamente un onere dell’Amministrazione. Non staremo con il fucile puntato il 23 Dicembre.”
Il regolamento comunale approvato nel Dicembre 2014 – secondo l’Assessore all’Urbanistica Franco Gabriele – è stato un atto necessario ma non obbligatorio. La Legge Regionale 05/2011 ha imposto delle scadenze ai cittadini in relazione all’adeguamento degli scarichi delle acque reflue, fissando al 22 Dicembre 2015 la data ultima entro cui intervenire seriamente su questo problema che affligge le periferie. Il regolamento comunale è stato emanato per agevolare e rendere più chiari gli interventi a carico dei cittadini, anche se secondo quest’ultimi l’informativa è arrivata in ritardo e le spese da sostenere sono onerose. La Legge Regionale promulgata 4 anni fa prevedeva una serie di accorgimenti da rispettare ed in prossimità della scadenza definitiva il Comune avrebbe velocizzato la pratica per la produzione del regolamento comunale con il fine ultimo di rendere più leggibile e di facile intuizione le opere da fare per rispettare l’ambito ambientale ed urbanistico, sensibilizzando e informando i cittadini tramite lettere, sito internet del Comune, comitati e affissioni pubbliche.
Fatto sta che i cittadini criticano una mobilità di informazione tardiva da parte del Comune, senza però ricordare che la legge è datata 2011: una mancanza di comunicazione preventiva tra ente e cittadini, a cui il municipio sta cercando in tutti i modi di ottemperare. Tuttavia si pensa che il tanto preoccupante aumento della imposta comunale TASI sarà scongiurato. Il numero di pratiche arrivate in Comune è elevato, si parla addirittura di 10 mila utenze circa il 90%. Le aree più compromesse sono le stesse che durante il periodo della massima industrializzazione di Aprilia hanno concepito un alto tasso di abusivismo edilizio: Fossignano, Selciatella, Campo di Carne, Pantanelle, La Gogna; in via Crati invece sono quasi terminati i lavori dell’impianto fognario e del depuratore. Inoltre è importante rendere noto che alcune autorizzazioni con scadenza 2014 hanno avuto una proroga con termine ultimo del 15 Marzo 2015, e molti avrebbero presentato la domanda di rinnovo dell’istanza. Altre situazioni tuttavia si evincono: ad alcuni immobili a cui è stato concesso il condono edilizio e per quelle in fase di autorizzazione, pare che dovranno presentare la domanda di rinnovo entro il 22 Dicembre 2015.
Melania Orazi