“Serve una volontà politica in difesa del territorio”

Carmen Porcelli ritorna sul caso discarica: “Difesa del territorio in merito ad un utilizzo sconsiderato”

Il consigliere Carmen Porcelli torna alla carica sulla questione della discarica controllata ad Aprilia: la richiesta, ricordiamo, è legata al terreno della Riserva La Coccia, in zona La Gogna. Il consigliere Porcelli, in questo caso, impugna i parametri IPPC, lasciando intendere che la Giunta dovrebbe impugnarli in sede di Conferenza dei servizi, in nome della difesa del territorio apriliano.

Spesso per contrastare la nascita o lo sviluppo di alcuni siti produttivi si annovera tra le controindicazioni quello delle emissioni odorigene, i fastidi derivanti dalle lavorazioni di alcuni prodotti, ma si tralascia di dire quali sono effettivamente le sostanze che questi siti liberano nell’atmosfera. Oggigiorno la scienza ha elaborato molti valori per fissare limiti al rilascio di sostanza inquinanti; sono molti perché nascono da una esigenza storica, cioè quella di accelerare o diminuire lo sviluppo secondo il modello in uso. La scienza non è quindi estranea alle esigenze politiche, anzi, fornisce giustificazioni alle esigenze politiche, tanto è vero che i limiti di rilascio di inquinanti stabiliti dal Ministero dello sviluppo economico sono sicuramente più tolleranti di quelli che vengono stabiliti dal Ministero della salute. Dunque i livelli di limite sono molti: livello massimo di emissione, livello di attenzione, livello di avviso alla popolazione, livello di evacuazione e così via”.
“In ragione di ciò possiamo ben dire che i limiti dettati dal Organizzazione Mondiale della Sanità, sono molto restrittivi e di fatto non permetterebbero quasi alcuna attività umana, ma ci dicono l’evidente verità: di inquinamento si muore, e gli altri limiti comportano il tributo che il genere umano è disposto a pagare sull’altare dello sviluppo. Fortunatamente esiste un livello di soglia comune a quasi tutti gli stati europei e questo favorisce confronti per definire la qualità di inquinamento in vari Paesi: il limite IPPC di soglia riguarda 91 inquinati, che per certe attività, nel caso in cui vengano superati, debbono essere dichiarati dai responsabili. Questo limite è di una grande chiarezza perché viene dichiarato con unità di misura elementari (ad esempio: tonnellate all’anno, litri in un anno, ecc), pertanto se un impianto produce o emette nell’’ambiente quantitativi maggiori di quelli previsti, questi vanno dichiarati. Ad Aprilia ci sono impianti e stabilimenti, che svolgono almeno una della attività previste e che dichiarano – il 30 aprile di ogni anno – il superamento delle soglie IPPC. Solo a titolo di esempio l’Ex Avir ha emesso nel 2013 ossidi di azoto per 343 tonnellate quando il limite di soglia IPPC è di 100 tonnellate; inoltre ha emesso ossidi di zolfo per 199 tonnellate quando l limite è di 150 t.; nel 2010 ha emesso ossidi di azoto per 547 t.; nel 1997 emesse 712 tonnellate. L’Abbott addirittura nel 2007 ha emesso in acqua ben 27 kg di Fenoli (il limite, che dovrebbe essere zero o poco più, non è stato possibile trovarlo; nel 2012 ha emesso in aria composti organici volatili non metanici (COVNM) per 201 tonnellate quando il limite è di 100 t. Sorgenia, a tutti nota come Turbogas, nel 2013 ha emesso Anidride carbonica (CO2) per 452000 tonnellate con il limite di 100000 t. Il limite di questo sistema è che a questa autodichiarazione non sappiamo se seguono controlli”.

Cons.Porcelli

Cons.Porcelli

Possediamo, dunque, armi di contrasto importanti per difendere il nostro territorio non dallo sviluppo, capiamoci, ma da un uso sconsiderato che della nostra terra si vuol fare. Considerando che le dichiarazioni sui valori IPPC sono caratterizzate da limiti medi, siamo in partenza già messi male per quanto riguarda la qualità dell’aria e dell’acqua del nostro territorio e quindi dovrebbe essere almeno un dovere dei rappresentanti delle istituzioni portarli a conoscenza in occasione delle Conferenze di Servizio per la valutazione del rilascio di nuove autorizzazioni per quelle attività che comportano emissione di almeno uno dei 91 inquinanti considerati. Dico almeno, poiché con i dati in nostro possesso ci si dovrebbe già opporre a prescindere e pensare, invece, ad uno sviluppo economico del territorio più salubre per i cittadini. Serve solo la volontà politica, essere certi che si voglia procedere in questa direzione, forzando anche la legge dove serve perché chi rappresenta i cittadini ha stabilito con essi un patto. Non ci sono scuse, il nostro territorio è compromesso e l’inquinamento non giova né alla salute delle persone, che si ammalano e muoiono, né a quella dell’ambiente e degli animali che rischiano esattamente come gli umani”.

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