Settembre nero, secondo il rapporto UIL sulla cassa integrazione

Luigi Garullo: “Permane l’incertezza che caratterizza il sistema economico e occupazionale Pontino”

Arriva il 9° rapporto UIL sulla cassa integrazione e sugli occupanti. Il rapporto tratta del mese di settembre. Le ore di cassa integrazione richieste dalle aziende rappresentano il picco più alto registrato in questo mese dall’inizio della crisi. I posti di lavoro potenzialmente “conservati” con questo ammortizzatore sociale sono stati, nel mese di settembre, 615 mila.

Fisiologicamente, tra il mese di agosto e settembre si assiste costantemente ad un aumento delle ore autorizzate e tale situazione si è realizzata anche quest’anno, in cui l’incremento è stato del 43,9%.

A preoccupare maggiormente oltre ad uno spaventoso aumento, rispetto ad agosto, delle ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria (+265,8%), è il consistente numero di ore richieste di straordinaria che nel mese di settembre raggiungono 64,3 milioni. (un ammontare di ore mai raggiunto in questa gestione dall’inizio della crisi). Un vero e proprio Settembre nero.

I dati ci confermano, quindi, il persistere di una forte sofferenza del sistema produttivo rappresentato da quelle imprese che, grazie al sistema finanziato da lavoratori ed imprese (cigo e cigs), riescono a reggere l’impatto della crisi “autofinanziandosi”, in gran parte, il sostegno al reddito.

UIL

Meno visibile, nel monitoraggio delle ore autorizzate di cassa integrazione, la “reale” sofferenza delle piccole e piccolissime imprese e dei lavoratori in esse occupati, che possono accedere alla sola cassa integrazione in deroga. Infatti la concessione di tale strumento è condizionata dalla incertezza dei finanziamenti necessari che, ad oggi, non sono stati completamente ancora ripartiti a livello regionale.

Queste sofferenze, però, non sono altrettanto evidenti alla “politica” che da una parte intende (con il Jobs Act) rivedere al ribasso i termini di utilizzo della cassa integrazione, specie quella straordinaria e, dall’altra, attraverso la restrizione dei criteri di accesso alla cassa integrazione e alla mobilità in deroga, intende accelerare il processo di superamento dello strumento senza che siano stati individuati altri strumenti di protezione sociale come i Fondi di solidarietà bilaterali ideati per sostituire proprio l’istituto della deroga. Come dire “lascio il certo per l’incerto” ma, in questo caso, stiamo parlando dell’unica forma di aiuto e di sostegno al reddito per decine di migliaia di persone.

“Diminuisce la cassa integrazione, anche se manca il dato della cassa ordinaria e quindi la comparazione dei dati, rispetto al mese precedente, non è omogenea, in ogni caso, permane l’incertezza che caratterizza il sistema economico e occupazionale Pontino, con difficoltà del sistema economico simili a quelle del 2013” – commenta Luigi Garullo Segretario Generale UIL Latina – “purtroppo il confronto che si era aperto con la regione Lazio lo scorso 10 luglio, con il tavolo interassessorile per Latina, non ha poi avuto più nessun seguito, nemmeno con successivi incontri, questo ci amareggia molto soprattutto in un momento così delicato. Per quanto riguarda il mese di settembre 2014 i dati elaborati nel 9° rapporto UIL 2014 sull’utilizzo della cassa integrazione relativamente alla provincia di Latina, evidenziano un una diminuzione del -17,6% , le ore di cig autorizzate nel mese di settembre 2014 sono state infatti pari a 170.039, contro le 206.482 del mese di agosto 2014, con appunto una diminuizione del -17,6% rispetto al mese precedente. Diminuisce soprattutto la CIG straordinaria con un crollo del -90,4% portandosi a 13.637 ore autorizzate a settembre 2014 contro le 141.440 ore utilizzate ad agosto 2014. Aumenta invece vistosamente la cassa integrazione in deroga che fa segnare addirittura un -+140,5%, con 156.402 ore autorizzate.”

“Inoltre – continua Garullo – l’aumento della cassa in deroga, non rappresenta nemmeno il quadro reale delle necessità delle imprese, soprattutto piccole, perché è fortemente condizionata dalla scarsa chiarezza circa la copertura riferita alle risorse disponibili, che non sempre consentono l’approvazione di pratiche relative a questo tipo di ammortizzatore sociale, oltre al fatto che le imprese e, soprattutto i lavoratori attendono ormai da molti mesi le liquidazioni degli importi arretrati dovuti ma non ancora erogati. Di certo – aggiunge il dato della cassa in deroga evidenzia lo stato di sofferenza soprattutto di tantissime piccole imprese del territorio.”

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