Le ricadute per l’ambiente della discarica abusiva scoperta giovedì dalla Polizia sono ancora tutte da capire.
Ma, intanto, Sinistra Italiana cerca soluzioni ai tanti problemi che stanno compromettendo la situazione ambientale di Aprilia.
Per bocca del segretario Maurizio Marinozzi, il movimento si dichiara pronto a combattere una “guerra non dichiarata, ma operante”:
“Prima come Sel e ora come Sinistra Italiana – ricorda Marinozzi – siamo sempre stati attenti e sensibili nel difendere e denunciare gli attacchi portati costantemente e consapevolmente al nostro territorio.
La scoperta della cava adibita a discarica abusiva di materiali e sostanze nocive è solo l’ultimo (speriamo) capitolo di una guerra non dichiarata ma operante con tutti i mezzi, e non solo illegali, ai beni primari.
Quelli ambientali, quelli che attengono a tutti, quelli che fanno parte di un patrimonio collettivo e inviolabile.
Terra, aria, acqua.
Quelli che solo un sistema, non solo corrotto, ma miope, stupido e tragico ne permette il sacrificio sull’altare del dio profitto.
Mettendo a rischio la salute collettiva o, addirittura, la possibilità stessa di sopravvivenza in alcune zone.
Il nostro territorio, insieme a quelli limitrofi del sud della provincia romana e il nord pontino, è tra quelli, probabilmente, considerati sacrificabili in questa logica perversa.
Sappiamo tutti che l’attacco, da questo punto di vista, non inizia oggi e non ha un solo responsabile”.
Un territorio, il nostro, dove insistono molti fattori dannosi e pericolosi per l’ambiente che ci circonda:
“Da anni – sottolinea il segretario di SI – sul territorio abbiamo, legalmente, impianti legati allo smaltimento dei rifiuti.
La cui incompatibilità con zone densamente abitate è stata denunciata più volte.
Abbiamo decine di siti industriali dismessi.
Di cui, probabilmente, neanche si conosce la potenziale pericolosità, e ancora da bonificare.
Abbiamo un abusivismo diffuso capillarmente, con il conseguente consumo di territorio e il suo carico inquinante.
Abusivismo non solo di necessità.
Ma anche tollerato, quando non addirittura incentivato da chi ha governato la città in passato.
E, ancora, abbiamo un problema di enormi proporzioni come la centrale Turbogas.
Cui si aggiungono costantemente altre centrali a biogas e biomasse nei territori circostanti.
Gli stessi territori cui, presto, non mancherà di far sentire i suoi devastanti effetti anche la realizzazione dell’autostrada Roma Latina.
Con quello che comporterà in termini di alterazione ambientale e di carico inquinante aggiuntivo.
Come, poi, dimenticare l’incendio di Pomezia, con i rischi connessi alle sostanze bruciate e disperse nell’aria.
Le innumerevoli discariche, abusive o meno, disseminate a macchia di leopardo, molte neanche del tutto conosciute.
A questo aggiungiamo anche le dichiarazioni del boss Schiavone sullo smaltimento dei rifiuti tossici gestiti della camorra nelle nostre zone.
Dichiarazioni che sembrano essere cadute nel dimenticatoio.
In un quadro come questo – conclude Marinozzi – non si può richiedere una semplice maggiore attenzione dell’Amministrazione comunale o provinciale.
Ma un vero e proprio impegno collettivo con l’apertura di un tavolo permanente con presenze istituzionali anche regionali e nazionali.
Per affrontare complessivamente, ognuno per le sue competenze, quello che ormai si presenta come una vere e propria emergenza ambientale, sanitaria e sociale.
Non isolata, non limitata nel tempo e non riguardante una singola situazione”.
di Massimo Pacetti