La commissione che si è riunita ieri nel pomeriggio, aveva il principale obiettivo di discutere in maniera esclusiva delle aziende partecipate del Comune, specialmente della Multiservizi. In linea di massima i consiglieri hanno esaminato nel profondo la nascita e il proseguimento delle numerose attività della già specificata azienda municipalizzata, riscontrando in tal senso delle anomalie sull’impiego delle risorse umane ed economiche. A tal proposito, per una visione più completa dei fatti, abbiamo intervistato il capogruppo Sel Carmen Porcelli: “Durante l’ultimo consiglio comunale abbiamo presentato una mozione sulla Progetto Ambiente, chiedendo una diminuzione del compenso per il presidente, compenso che ci è stato detto durante la commissione non essere mai esistito in quanto la carica in causa non prevede e non ha mai previsto remunerazione. Riguardo alla Multiservizi, invece, voglio specificare che il centrosinistra non è a favore dei licenziamenti per la ristrutturazione dell’azienda, come invece qualcuno aveva ipotizzato; per noi la difesa del lavoratore è sacrosanta. Però è chiaro che se oggi abbiamo questi problemi nonostante siano stati ripianati tutti i debiti, vuol dire che non c’è una gestione oculata delle risorse umane ed economiche. Paghiamo attualmente un pregresso sistema di clientele che va avanti addirittura dall’epoca Meddi e Cosmi, una condizione poco chiara e trasparente. Non è stato applicato per la Multiservizi lo stesso tipo di criterio adottato in precedenza con le altre due aziende del Comune, mandate in liquidazione. Andrebbe sostenuto un sistema di gestione delle spese, considerando il fatto che la Multiservizi stessa si occupa anche di cura alla persona e quindi tocca dei settori che devono rimanere rigorosamente no profit, tuttavia da attività di altro tipo il Comune dovrebbe trarne dei benefici.
E’ inutile chiamare in causa per certi tipi di lavoro ditte esterne quando invece ci si potrebbe benissimo appoggiare a realtà interne, con un notevole risparmio perché in primis la scelta deve essere anche economica. Dalla maggioranza è stata fatta la proposta che per una corretta vigilanza delle attività della Multiservizi venga istituita una commissione speciale composta dagli stessi consiglieri comunali, ma secondo noi tale progetto risulta inattuabile poiché verrebbero alla luce in qualche modo alcune forme di conflitto di interesse. La commissione è stata aggiornata perché gli ultimi due punti dovranno essere riaffrontati. Oggi capiremo se nella prossima commissione andremo effettivamente a discutere di tutti i punti lasciati in sospeso ieri. Anticipo poi che per la Progetto Ambiente approfondiremo il discorso con una commissione a parte in quanto nell’ultimo anno si sono susseguiti una miriade di eventi da approfondire, e per giunta a tutt’oggi vi è in atto un’indagine della Guardia di Finanza”.
Il criterio guida dell’ intervento del centrodestra si identifica sul concetto di Spending Review attuato per le aziende municipalizzate e al perfezionamento del personale attuale, senza provvedere alla scelta di personale esterno. Per meglio chiarire questa posizione, abbiamo intervistato il consigliere Pdl Carmelo Terzo: “Siamo intervenuti perché vi è un disciplinare che dovrebbe andare a regolamentare, secondo i parametri della Spending Review, quelle che sono le società municipalizzate, le farmacie e la società della Progetto Ambiente. Con il concetto di Spending Review non stiamo dicendo nulla di nuovo, ormai se ne parla dal 2009/2010, anzi secondo il mio parere questo argomento andava affrontato già in precedenza. Punto molto sul fatto che se ci limitiamo ad assimilare una normativa acquisita dal piatto della giurisprudenza nazionale e la portiamo poi successivamente all’interno di un atto che va deliberato in consiglio comunale, non concludiamo nulla: quindi, non riusciremo ad avere delle risposte concrete se poi non siamo in grado di trasportare l’atto normativo all’interno della nostra realtà locale.
Invece, secondo me il Comune dovrebbe collocarsi su una dimensione legislativa adatta a regolamentare gli enti locali e prescrivere esattamente dei dettami che devono rispettare. Per esempio, centri di costo, matrici delle responsabilità, straordinari, ecc. Questa è la Spending Review adottata con un certo criterio. E’ necessario, per attuare ciò, la presenza di organi di controllo scelti dall’Amministrazione, altrimenti vi sarebbero delle difficoltà nell’applicare la norma. Ma nuovamente sono rimasto deluso. Secondo poi, la Spending Review non prevede attività da parte di persone esterne, a meno di casi particolari. Sarebbe idoneo, invece, costituire – come principio di tutela – delle autoformazioni all’interno di queste aziende che potrebbero essere pagate dalla Regione, dalla Comunità Europea, e che tuttavia non andrebbero a far parte della categoria dei costi reali, formando così un nostro personale professionalizzato, escludendo in questo modo partecipazioni esterne. Questo argomento è così delicato che affrontarlo in una sola seduta è riduttivo”.
Melania Orazi