Il Capogruppo del SEL, la Consigliera Carmen Porcelli , torna sulla questione delle spese legali (qui) e interviene in merito alla vicenda delle liquidazioni delle spese legali all’avvocato Antonio Martini, il legale che ha assistito sei tra ex ed attuali amministratori del Comune di Aprilia (Tozzi, Olivieri, Cosentino, Terra, Verzili e Savini) e per le parcelle del quale il Comune ha sborsato finora 70mila euro a fronte dei 10.200 euro stabiliti dalla sentenza della Corte dei Conti, la quale fissava nella misura di di 3500 euro per il primo grado e 4500 euro per il secondo grado (oltre Iva e Cassa previdenza avvocati) il compenso da corrispondere all’avvocato romano .
“All’avvocato Mingoia, difensore di Vincenzo La Pegna, prosciolto anch’egli nello stesso giudizio di responsabilità avviato dalla Corte dei Conti per le assunzioni dirette al Comune di Aprilia, l’ente comunale ha liquidato con la determina n.9 del 04/02/2014 le spese processuali in favore del legale per la cifra di 6.978 euro così come stabilito dalla sentenza 637/2012 della Corte dei Conti che ha fissato le cifre entro le quali andavano risarcite le spese legali. E’ chiaro, fin troppo chiaro a questo punto, che le fatturazioni dell’avvocato Martini, presentate all’incasso dai suoi assistititi Terra, Savini e Cosentino, vanno oltre i limiti fissati dalla sentenza della magistratura contabile; un dato in contraddizione con quanto dichiarato ad un quotidiano dall’avvocato Martini, secondo il quale i compensi previsti dalla sentenza della Corte dei Conti non sarebbero adeguati ai parametri forensi, ma perché allora per l’avvocato Mingoia i parametri della magistratura contabile sono vincolanti mentre per le parcelle dell’avvocato Martini non lo sono affatto, tanto che l’avvocatura comunale salta a piedi pari il punto della sentenza nella quale si stabilisce il tetto massimo della rifusione? Dalle casse del Comune sono usciti 70mila euro in maniera illegittima e aggiungerei fin troppo allegra“, scrive il Consigliere Porcelli in un Comunicato Stampa.
“Andando a verificare sull’albo pretorio on line del comune le delibere e determine di rifusione, mancanti come al solito degli allegati – sottolinea Carmen Porcelli – ho potuto visionare la determinazione di liquidazione prodotta in favore dell’avvocato Mingoia e subito mi sono balzate agli occhi alcune incongruenze: nella determinazione è riportata, a differenza di quella di Savini, Terra e Cosentino, quanto stabilisce la Corte dei Conti a proposito della rifusione delle spese dunque quanto avrebbe dovuto percepire l’avvocato Mingoia (2500 euro per il primo grado e 3000 per il secondo oltre Iva e Cpa per un totale di 6.978,40) e che al punto tre del corpo della determina è scritto chiaramente ‘di dare atto che il proscioglimento nel merito degli appellanti, comporta la liquidazione in favore dei loro difensori degli onorari e diritti (…) che il collegio ha fissato, nel caso di specie, in 2500 euro per il primo grado ed in 3000 euro per il secondo grado, oltre Iva e Cpa ciò anche per l’ipotesi di pluralità di difensori per il medesimo convenuto appellante‘. Mi pare che convenire sulla legittimità di queste affermazioni e poi rimangiarsi tutto per liquidare 60mila euro al sindaco e agli ex assessori Cosentino e Savini, più l’anticipo di 10.200 euro all’avvocato Martini sia un vero e proprio schiaffo ai cittadini di Aprilia, che pagano lo scotto della crisi sotto forma di tasse e servizi scadenti. MI chiedo anche come mail’avvocato Sesselego abbia scritto in questa determina di liquidazione in favore di Mingoia chiaramente quanto stabiliva la Corte dei Conti e abbia poi dimenticato lo stesso principio quando si è trattato di liquidare il sindaco e gli altri due ex amministratori. E’ fin troppo evidente che siamo di un trattamento diverso tra legali“, conclude il Consigliere Porcelli.