Un nervo scoperto, ad Aprilia, è senza dubbio legato all’acqua pubblica ed alla relativa gestione. Dopo le parole del Consigliere Provinciale Vincenzo Giovannini, in merito alla riunione dei Sindaci avvenuta in giornata, ad intervenire in maniera piccata è il Sindaco di Aprilia, Antonio Terra, il quale non è convinto delle posizione del Consigliere del Partito Democratico.
“Il Consigliere Provinciale del Partito Democratico Vincenzo Giovannini, sembra essere il nuovo paladino dell’acqua pubblica, ma evidentemente è convinto che i cittadini abbiano scarsa memoria dei fatti e soprattutto degli atti. In proposito ritengo, viceversa, che gli apriliani abbiano buona memoria dell’accondiscendenza mostrata da certe Amministrazioni locali nei confronti della società privata. E il riferimento non può che andare ai lunghi anni dell’Amministrazione Santangelo, durante i quali lo stesso Giovannini ricopriva l’importante incarico di Vicesindaco“.
“Ricordo, infatti, come l’allora Vicesindaco Giovannini abbia approvato a cuor leggero la delibera di Giunta comunale n. 211 del 2008, con la quale il Comune di Aprilia ha ceduto in pegno le azioni di Acqualatina come garanzia del prestito Depfa Bank. Quell’atto scellerato, tra l’altro illegittimo perché di competenza del Consiglio Comunale e non della Giunta, è stato revocato in autotutela già nel 2009 dalla nostra Amministrazione, pochi mesi dopo l’insediamento del Sindaco Domenico D’Alessio. Questa è la differenza tra chi amministra negli interessi dei cittadini con i fatti e chi invece lo fa con le chiacchiere e la confusione. È evidente, poi, come il Consigliere Giovannini, probabilmente in modo strumentale, confonda ad arte il concetto di acqua pubblica con quello di gestione pubblica del servizio idrico, e soprattutto quando confonde una Conferenza dei Sindaci dell’Ato4 con una riunione informale qual è quella convocata per oggi dal Presidente della Provincia Della Penna. Quanto, infine, alla strillata ipotesi di referendum, direi che i cittadini si sono già espressi e a chiare lettere“.
“Siamo sempre stati disponibili a discutere ogni ipotesi o soluzione sulla questione acqua, purché ciò vada a beneficio della collettiva e soprattutto quando di fronte a noi ci saranno interlocutori corretti. E non è certo un esempio di correttezza per chi da un lato nega i nuovi allacci idrici ad Aprilia adducendo come causa l’insufficienza del depuratore e poi, dall’altro, non stanzia due milioni di euro previsti per il suo ampliamento. Senza considerare poi la palese illegittimità della delibera che sospendeva gli interventi economici sul territorio di Aprilia per via dell’elevata morosità degli utenti. Una delibera, tra l’altro, superata nei fatti e in merito alla quale oggi lo stesso Giovannini, stranamente, ci presenta una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta a chiederne la revoca. Con l’approvazione dell’aggiornamento del piano di investimenti deliberati nel 2013, infatti, – inclusi quelli per il Comune di Aprilia – non è stata espressa alcuna sospensione degli investimenti deliberati e, pertanto, è evidente il superamento della delibera n. 7 del 28 giugno 2012“.
“Quanto sopra è ancora più evidente ove si consideri che il piano degli investimenti costituisce elemento utile per la definizione della tariffa applicabile all’utenza, con l’ovvia conseguenza che un investimento previsto nel piano non può essere stralciato per finalità “punitive” verso un Comune non allineato al volere dell’Ato, senza apportare una espressa modifica allo stesso piano e alla conseguente proposta tariffaria. Non vorremmo che dietro questa accelerazione mediatica del Partito Democratico sulla gestione dell’azienda idrica si celassero i soliti interessi di “spartizione” politica. All’Amministrazione Civica di Aprilia non interessa l’aria fritta, non interessa la salvaguardia delle poltrone, tantomeno le lottizzazioni partitiche di esse. Ci dicano, piuttosto, quali sono le reali condizioni di salute della società Acqualatina, cosa dobbiamo comprare e, soprattutto, quali debiti accollare ancora una volta ai cittadini. Forse sì che allora sapremo se la decantata ripubblicizzazione dell’acqua sarà cosa vera o soltanto il volto travisato dell’ennesima speculazione elettorale“.