Unione Borgate Aprilia: “Servono piani di sviluppo per le borgate apriliane”.

L’Unione Borgate di Aprilia incentiva una politica di sviluppo della rigenerazione urbana che metta le borgate al primo posto.

““Borgataro” … Termine che, molte volte, usato in termini dispregiativi sta a rappresentare sinonimo di “cittadino emarginato” e che invece, grazie ai nostri padri fondatori di Unione Borgate, oggi mentori e primi sostenitori, per noi borgatari, rappresenta “un forte e positivo connotato identitario”. La nascita delle borgate, ha rappresentato il momento più alto di ricerca di una forte connotazione identitaria collettiva tra cittadini residenti nella medesima area di territorio e che, per questo, partecipi nella soluzione a problematiche comuni a tutti loro.

L’obiettivo di Unione Borgate è sempre stato quello di vedere i nuclei sorti spontaneamente (ricordiamolo, da mere esigenze abitative a partire dal dopoguerra) al centro urbano esistente; obiettivo in parte raggiunto grazie alla pianificazione urbanistica, seppur tardiva, che ha segnato l’inizio di quell’avvicinamento tanto auspicato.

In questo senso, accogliamo positivamente l’approvazione da parte della Regione Lazio, di alcuni Piani Attuativi alla Variante di Recupero dei nuclei ex abusivi.

Quella che ci si prospetta davanti è una grandissima opportunità; se, da un lato, la pianificazione urbanistica contribuisce a lasciarci alle spalle il periodo dell’abusivismo edilizio, dall’altro nasce l’esigenza di fissare nuovi obiettivi comuni per il futuro delle borgate.

L’obiettivo principale non può che essere quello di coniugare il risanamento all’innovazione, in una nuova concezione edilizia che sappia elevare il concetto di risanamento trasformandolo in una vera e propria “battaglia per il progresso”. Progetti, ambizioni, possibilità che, anche se in ritardo, sappiano far ripartire la volontà di fare le cose assieme, lasciandoci alle spalle una volta per tutte il periodo nefasto dell’abusivismo edilizio, con l’obiettivo di elevare la qualità della vita nelle borgate.

Unione Borgate, nel suo complesso, porta avanti da molti anni questo tipo di riflessioni, forte della propria storia e della propria visione del futuro. Siamo convinti, che la sola pianificazione urbanistica non basti e che le politiche volte a migliorare la vita nelle borgate vadano ricercate anche nella pianificazione di altri settori, come quello della mobilità o nelle politiche di salvaguardia dell’ambiente.

In questo senso, ad esempio, si colloca la nostra battaglia per la “depurazione modulare”; sistemi all’avanguardia, che consentano a migliaia di cittadini di risolvere l’annoso problema ambientale dei reflui sversati in maniera incontrollata, laddove per motivi economici il Comune non è in grado di farvi fronte nell’immediato, realizzando i depuratori fissi. Viviamo in un periodo segnato dalla pandemia di Covid-19 ancora in corso, che ha condizionato fortemente la nostra concezione di rapporto spazio-tempo, e che ha di fatto modificato tutte le nostre azioni quotidiane. Come, ad esempio, spostarci da un luogo all’altro.

A tal proposito, lo scenario disegnato dalla pandemia ha reso la situazione dei trasporti difficile, in un centro urbano organizzato, tanto più lo ha fatto in periferia. Abbiamo bisogno di convincenti e funzionali piani di mobilità, che consentano di dotare le borgate dei necessari mezzi idonei ad avvicinarle al centro. Molti nuclei non sono raggiungibili in maniera diretta, a causa della scarsa rete viaria interna che costringe i residenti a fruire delle grandi arterie provinciali o regionali, come raccordi tra i vari nuclei, con conseguente aumento del traffico veicolare e dell’inquinamento atmosferico.

I collegamenti pubblici su strada hanno scarsa frequenza o spesso sono inesistenti. Piani che, inoltre, valutino reali sistemi di mobilità alternativa, incentivando, tra le altre cose, il miglioramento dello status attualmente inadeguato, del trasporto su rotaia. Come abbiamo avuto modo di constatare, anche a livello nazionale, non è più rinviabile una politica di sviluppo della rigenerazione urbana; un incentivo essenziale, in questo senso, è l’introduzione nel decreto rilancio del cosiddetto “Superbonus”, che introduce nella cultura collettiva la necessità di iniziare ad affrontare seriamente il tema del risparmio energetico negli edifici.

Centro di questo processo d’innovazione, non vi è dubbio, devono essere le borgate, territori ideali grazie alla loro conformazione urbanistica, incentrata su tipologie edilizie per lo più monofamiliari o bifamiliari, con un grande numero di lotti vuoti e resi edificabili dalla Variante Speciale, che a titolo di esempio, consentiranno di sviluppare la realizzazione di edifici di ultima generazione, autonomi dal punto di vista energetico, e che consentano di rinsaldare il rapporto tra investitore privato ed organi comunali ai quali, per delibera, vanno cedute in percentuale definita e con atto notarile, le aree necessarie alla realizzazione dei servizi pubblici.

Quale migliore opportunità da cogliere per mettere in atto il connubio tra risanamento ed innovazione all’interno delle borgate, ad esempio, incentivando la definizione delle sanatorie edilizie, data la necessità di ottenere la concessione in sanatoria, essenziale ai fini dell’accesso agli incentivi. Iniziando a modificare la concezione primordiale di urbanizzazioni, trasformandole in opportunità di innovazione tecnologica.

Le opportunità che ci si presentano, aprono la strada alla possibile realizzazione di quelle opere di rigenerazione e risanamento troppo spesso disattese, per carenza di investimenti pubblici, oggi ottenibili a livello privato, attraverso i meccanismi ad esempio, di cessione del credito o di tassazione anche volontaria da parte dei cittadini delle borgate che da troppi anni aspettano di vedere risanato il proprio territorio.”

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