Via il voto in condotta alle medie, il Blocco Studentesco esulta

Lo striscione appeso sui cancelli dei licei apriliani plaude all’entrata in vigore del decreto attuativo che toglie il voto in condotta dalle scuole medie

Niente più voto in condotta alle scuole medie.

La riforma della “buona scuola” voluta dal Governo ha tolto quello che secondo il Blocco Studentesco era diventata

un’arma di ricatto

dei docenti nei confronti degli studenti.

Il movimento studentesco, che ha sempre fortemente criticato le scelte della politica italiana in ambito scolastico, stavolta plaude al decreto.

Spiegandone nel dettaglio le motivazioni:

Più volte il voto in condotta – spiegano i responsabili del BS – è stato utilizzato, molto più che i giudizi nelle singole materie, per decretare bocciature.

O reprimere le più svariate battaglie degli studenti.

Una situazione che lasciava gli studenti in balia dei professori.

I quali, sulla base di criteri ambigui e poco chiari, potevano a loro arbitrario ed insindacabile giudizio costringere a ripetere interi anni scolastici.

Non sono mancati episodi surreali.

Numerosi studenti, a prescindere da risultati anche meritevoli ottenuti nel loro percorso scolastico, sono stati minacciati di bocciatura per aver osato protestare contro l’atteggiamento di qualche professore.

D’altra parte non è un voto in condotta a definire la disciplina.

La quale invece si nutre di esempi positivi.

Che ad oggi l’intero sistema dell’istruzione, dal Ministero ai docenti, non è invece in grado di offrire.

Promuovendo anzi una visione della vita e della storia del nostro Paese volta a demonizzare ogni ritrovamento di uno spirito identitario e combattentistico.

Plaudiamo provocatoriamente a questa scelta.

Pur auspicando una completa abolizione del voto in condotta anche per i licei e gli istituti superiori.

Ma ribadiamo il nostro giudizio negativo in merito all’intero impianto della riforma della scuola targata Renzi-Fedeli.

Ora, almeno – si chiude la nota – gli studenti non avranno più motivo di temere ritorsioni da parte dei consigli di classe e d’istituto.

Non ci sono più scuse per non alzare la testa”.

di Massimo Pacetti

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