Dopo le numerose stoccate invernali di Vincenzo La Pegna – esponente di Aprilia Valore Comune – la videosorveglianza torna sul braciere delle polemiche per nuove motivazioni: Carmen Porcelli, consigliere e capogruppo di Primavera Apriliana, dopo aver consultato autonomamente le documentazioni del settore Avvocatura del Comune di Aprilia, esorta il Sindaco Terra a presentare denuncia in Prefettura in merito a quanto accade attorno al set di telecamere installato in città.
Sulla graticola, infatti, non è posto un crimine specifico o un tasso elevato di azioni criminose, ma l’aspetto tecnico del comparto: sostanzialmente risulta irreperibile documentazione tecnica su quanto installato.
Mi auguro che quanto prima il sindaco voglia portare tutti gli atti in Procura e denunciare quanto è accaduto con la società con la quale è stato stipulato l’accordo per dotare Aprilia di un sistema di Videosorveglianza: dopo aver appurato l’impossibilità da parte del Comune di procedere alla manutenzione dell’intero sistema, dopo che il dirigente della Polizia Municipale ha chiesto alla ditta appaltatrice di venire in possesso della documentazione relativa al primo collaudo delle videocamere, la risposta giunta da parte di questa ultima al settore avvocatura di Piazza Roma è a dir poco imbarazzante: gli uffici dove era depositato il materiale (Assessment con le caratteristiche ed ubicazione degli apparati di trasmissione dati, ovvero antenne ed access point, caratteristiche e manuale d’uso con password dei sistemi di gestione, nonché di tutti gli apparati intermedi, piano di manutenzione dell’intero sistema, come software, apparati e telecamere, nonché le schede tecniche di tutti gli apparati e tutte le telecamere installate indicanti la tipologia) sarebbero rimasti coinvolti in un incendio e la documentazione pertanto distrutta. Credo che a fronte di una spesa come quella sostenuta per rendere più sicura la città, ma di cui valutiamo ogni giorno la scarsa funzionalità ed operatività, il sindaco Terra debba pretendere chiarezza. E’ una questione di legalità e trasparenza. Inutile mettere le telecamere quando a partire dagli uffici e da chi amministra si coprono responsabilità pesanti che ricadono sulle tasche dei cittadini.
Dopo aver acquisito il materiale chiesto per la commissione trasparenza, ho letto attentamente gli atti e notato diverse sollecitazioni da parte del settore Tecnologico alla Polizia Municipale affinché la ditta appaltatrice del servizio consegnasse del materiale utile a comprendere il funzionamento e l’ottimizzazione del sistema di cui il Comune si è dotato per garantire la sicurezza dei residenti. Ho notato con mio grande stupore che, nonostante i richiami, la ditta attraverso il suo responsabile si rendeva irreperibile e pertanto il materiale agli uffici non veniva consegnato. Ho pertanto chiesto al settore avvocatura se dal marzo 2016, data alla quale risalirebbe l’ultimo sollecito domandato alla ditta appaltatrice, ad oggi fosse giunto qualche risultato, fosse anche negativo e in tal caso avviato le procedure per la rescissione del contratto. La risposta mi ha lasciata allibita: la ditta non può consegnare il materiale richiestole poiché è andato distrutto in un incendio. E’ trascorso quasi un anno dalla prima richiesta, forse se la ditta avesse risposto al sollecito in tempi congrui, non sarebbe intervenuta nel frattempo una qualsiasi calamità naturale ad impedirgli di adempiere ai propri obblighi contrattuali: ma siamo certi si tratti di questo? Come facciamo a stabilire la provenienza del materiale? Se è come è stato collaudato? Mi chiedo come si possano gestire con tanta leggerezza ed incoscienza le risorse di un Comune – parliamo di svariate centinaia di migliaia di euro – che già soffre per la normale gestione e non è in grado di programmare. Soprattutto mi chiedo come si possa con altrettanta superficialità affidare un servizio così importante, tanto decantato al punto da sembrare la panacea contro i reati della piccola criminalità sul territorio, quando sappiamo benissimo che è la prevenzione l’unica soluzione. Se come sembra le cose dovessero restare tali, quello cioè che oggi si denunciano, per l’ente si configura un danno erariale di grossa portata.