“Abbiamo letto sulla stampa di questi giorni che il Comune di Aprilia, dopo aver redatto ed approvato un piano (PINQuA) che concede ad un privato la possibilità di sfruttare un diritto di superficie su un’area diversa allo scopo di realizzarvi delle palazzine, oggi vorrebbe indietro quel terreno, perché si sarebbe accorto che il privato non avrebbe rispettato la convenzione. Non siamo neanche rimasti basiti, perché oramai non ci
stupisce più nulla. Anzi se non fosse che a farne le spese siamo noi cittadini (l’avvocato, per dirimere una vicenda che si conosceva fin dall’inizio, viene pagato con i nostri soldi), il fatto che lo stesso sindaco di Aprilia annunciasse il ricorso al parere di un legale esterno, ci sarebbe solo da ridere, considerato che lo stesso primo cittadino – che è geometra – all’epoca della stipula della convenzione era vicesindaco e assessore all’urbanistica.
Un anno fa quando abbiamo letto i progetti inseriti nel PINQuA, abbiamo richiesto al Comune gli atti riguardanti la convenzione stipulata dal Comune di Aprilia con AVR nel 2011 (e non 2013 come abbiamo letto sulla stampa). Ovviamente, gli atti non ci sono stati consegnati tutti, eppure quei pochi avuti sono stati sufficienti per far emergere delle anomalie; abbiamo pertanto rivolto al MIMS dei quesiti sugli standard urbanistici. Tanto che l’11 novembre 2021 la DIREZIONE GENERALE PER L’EDILIZIA STATALE, LE POLITICHE ABITATIVE, LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E GLI INTERVENTI SPECIALI ha inviato al Comune di Aprilia le Osservazioni su progetto PINQuA del Comune di Aprilia – recependo le questioni presentate da Carmen Porcelli, di Città degli Alberi, Andrea Ragusa dei Grillini Apriliani e Cittadini Pentastellati e Rosalba Rizzuto di Aprilia Libera – sugli standard urbanistici (gli altri quesiti trattati sono: dissesto idrogeologico, esclusione VAS, RIR) affinché l’allora assessore Ruberti fornisse, con una certa urgenza e su ciascun punto, delle risposte.
In una intervista l’ex assessore Ruberti dichiarava, a proposito del PINQuA e riferendosi alla ex Freddindustria, che la Proposta 3 non prevedeva nuove colate di cemento perché “le cubature che verranno realizzate dai privati sono già autorizzate, quindi non ci sono autorizzazioni a nuove cubature” (effettivamente, solo considerando la cubatura delle due torri da 15 piani da piazzare nell’area verde davanti ai palazzi di via Leoncavallo equivale al volume occupato da 25 dirigibili), ma ammetteva, sul nuovo stadio, che “per liquidare una società privata”, (ndr: la AVR Consult, che aveva
ricevuto la concessione del diritto di superficie di un’area e nel 2011 l’approvazione del progetto architettonico definitivo per la realizzazione e la gestione di un Centro Sportivo e servizi annessi, per una superficie di mq 41.240, su un’area all’interno del Piano di Zona 167, mai realizzato) “è stata concessa un po’ di cubatura ”.
Come abbiamo fatto notare in un comunicato stampa del novembre 2021, emergevano, dalle parole dell’assessore, una serie di contraddizioni:
• non è vero che AVR Consult non è riuscita a realizzare il progetto, ma semplicemente non lo ha realizzato, contravvenendo ai termini della concessione e facendola di fatto decadere”;
• non è vero che non si andrà a consumare nuovo suolo (lo ammette rispetto alla cubatura ceduta ad AVR Consult), ma rispetto ai 25.550 mq dell’attuale Quinto Ricci, di superficie a verde ne resta poco più della metà, il resto è edilizia privata, viabilità di servizio, parcheggi e una nuova strada che distruggerà il boschetto sulla riva destra del Fosso della Ficoccia;
• non è vero che le 4 palazzine da realizzare al posto delle tribune sono alte 3 piani, ma 4 piani, e la superficie edificata è oltre il doppio delle tribune, includendo tutte le superfici a servizi per attrezzature sportive previste sul lato verso il fosso (per noi posizione infelice);
• Ciò che più sconvolge è quando, riferendosi a standard urbanistici relativamente alla zona dello Stadio Quinto Ricci (che, secondo PRG, è zona destinata “a servizi” e non ad “edilizia residenziale”), non applica il principio di reciprocità per quanto riguarda invece il quartiere Toscanini (che resterebbe privato dell’area destinata a standard urbanistici per il quartiere).
• E se ciò non dovesse bastare, la quarta palazzina di via Bardi di AVR Consult e parte della terza (destinata a residenza convenzionata) sono all’interno della fascia vincolata dei corsi d’acqua pubblici.
Abbiamo sollevato delle perplessità dopo aver letto gli atti allegati alla convenzione con AVR e la delibera di consiglio comunale, le abbiamo anche condivise pubblicamente prima di sottoporle al MIMS, eppure l’assise ha scelto di approvare in blocco i progetti, senza un approfondimento sulla questione, magari convocando una commissione urbanistica o trasparenza. Questa situazione ci preoccupa sotto il profilo democratico.
Da parte nostra, abbiamo presentato richiesta della documentazione relativa alla convenzione con AVR e malgrado questa sia stata solo in parte evasa, alla luce di quanto accade oggi, ci chiediamo se i documenti mancanti non esistano proprio. Anche volendo in buona fede ipotizzare l’improbabile smarrimento della documentazione notarile, non sarebbe alquanto bizzarro prevedere un piano urbanistico al buio?”
Carmen Porcelli per La Città degli Alberi Rosalba Rizzuto per Aprilia Libera
Andrea Ragusa per Cittadini Pentastellati – Grillini Apriliani