“Fossignano non chiede opere faraoniche, vorrebbe solo l’attenzione che una periferia ricca di storia e potenzialità meriterebbe di ricevere. Attraverso le loro testimonianze le persone che da anni abitano in questa zona, hanno lasciato trasparire il disincanto proprio di chi ha ascoltato troppe promesse non mantenute. Un aspetto su tutti mi ha colpito dialogando con i cittadini, pur consapevoli di gravi carenze quali l’assenza di reti fognarie, di un’illuminazione adeguata, di strade degne di poter essere considerate tali: la loro prima rivendicazione è stata quella di poter essere considerati parte integrante della città, non un’appendice del centro. Queste persone hanno il diritto di un contatto diretto con chi dovrà rappresentarli, di ricevere finalmente un segnale concreto di attenzione”.
Il candidato sindaco della coalizione Un’Altra Aprilia, ieri pomeriggio ha incontrato il Comitato di quartiere Fossignano. Presso la sede sottratta alla criminalità organizzata e che attraverso un lavoro certosino svolto su base volontaria è stata trasformata in un punto di riferimento per la comunità, dotata di un centro per il riuso e di una biblioteca a servizio della comunità, erano presenti insieme al presidente Fabrizio Menghi, alcuni rappresentanti dei consorzi di recupero e molti cittadini.
I residenti hanno rappresentato il disagio proprio di chi vive in periferia. L’assenza di mezzi pubblici adeguati alle esigenze reali, la mancata realizzazione di reti fognarie, strade dissestate e l’esiguità di quelle iniziative che potrebbero alleviare la sensazione di essere trattati dalle istituzioni come cittadini di serie B. Un paradosso per un territorio ricco di storia come Fossignano, che attende con ansia mista a rassegnazione la realizzazione dell’impianto termale Santo Stefano, le opere compensative ad esso connesse e le possibilità di sviluppo legate alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio archeologico oggi ancora sepolto. Fossignano Urban- il progetto che partecipò al bando di Renzo Piano nel 2015 e che contemplava la realizzazione di parchi, vie di collegamento ottimali e piste ciclabili, ma che non ha ottenuto i finanziamenti necessari – è rimasto nella memoria collettiva una potenzialità inespressa, vista la perfetta integrazione con il progetto dell’impianto termale.
“Il principale rammarico – rimarca Lanfranco Principi – è legato all’assenza di iniziative e segnali di attenzione. La possibilità di avere un mercato rionale itinerante, il cinema all’aperto in estate ad oggi prerogativa concessa esclusivamente al centro, mezzi per il trasporto pubblico in funzione anche dopo le 17.30, la possibilità di essere ascoltati. Accogliere queste richieste dipende solo dalla volontà reale di farlo. Agli interventi di ordinaria manutenzione, dovranno aggiungersi obiettivi a lungo termine, raggiungibili attraverso la capacità di intercettare le risorse necessarie a risollevare le periferie dal degrado. Risorse che dovranno arrivare dal governo centrale e dalla Regione, facendo leva sul rapporto diretto che all’occorrenza permetterà di risolvere le questioni attraverso il dialogo o al contrario sbattendo i pugni qualora le parole non dovessero bastare. Queste persone hanno il diritto di poter dialogare costantemente con un delegato alle periferie, sentirsi libere di richiedere incontri periodici anche con il sindaco, per poter partecipare allo sviluppo del loro quartiere, della loro città”.
Chiara Ruocco