Questa mattina i ragazzi dei licei di Aprilia hanno preso parte ad una cerimonia che ha ricordato il 74° anniversario dello Sbarco di Anzio.
Da quattro anni a questa parte, cioè da quando è stato inaugurato, il monumento alla memoria del Tenente Eric Fletcher Waters e ai caduti senza sepoltura è diventato uno dei luoghi del circuito commemorativo della nostra città.
Posto nel piazzale del Liceo Meucci, stamattina studenti ed Associazioni Militari, Civili e Combattentistiche si sono ritrovati per un momento di riflessione.
La particolarità di quest’anno è stata la conferenza che si è tenuta all’interno dell’auditorium della scuola.
Studenti e docenti hanno infatti preso parte ad una rievocazione di quanto accaduto sul nostro territorio nel 1944.
Ad accompagnarli in questo viaggio sono stati due libri, spiegati ai presenti dagli stessi autori.
Si tratta di “Aprilia, i giorni della guerra e gli occhi di un bambino“, di Pasqualino Nuti, e “Frammenti di Aprilia sparita. Quando io e lei avevamo venti anni” di Pietro Nencini.
Inoltre, i presenti hanno analizzato un altro libro che racconta le vicende di quel periodo attraverso gli occhi di una apriliana
“Diario di Guerra” di Anna Ridolfi, morta appena diciottenne all’indomani della guerra, è stata la terza via scelta per ricordare ai ragazzi di oggi quello che vissero i loro coetanei 74 anni fa.
Un percorso che è stato apprezzato molto dai ragazzi, che hanno toccato davvero da vicino la storia di Aprilia.
di Massimo Pacetti
Cara Rita, questa è una commemorazione lodabilissima. Quella storia la conosco benissimo. Parliamoci chiaro, allora io c’ero ma avevo soltanto un anno,mio padre si. Strategicamente è stato un grande errore del generale comandante, il generale Lucas. Aveva, giustamente, terrore delle perdite, allora, una volta sbarcato si è trincerato in attesa di rinforzi. La ricognizione aerea diceva che la strada per Roma era libera ma lui,invece di marciare rapidamente, arroccandosi, ha permesso l’arrivo dal Brennero di un’intera divisione tedesca. E sono stati guai. Napoleone ha insegnato che bisogna anche osare. Infatti, poi, le perdite sono arrivate, tutte intere. La campagna d’Italia è stata tutta una sequela d’errori tattici. Sbarcati in Sicilia, invece di andare a bloccare lo stretto di Messina, sono andati, inutilmente, a Palermo, per fare un ingresso trionfale. Nel frattempoi tedeschi varcavano indenni lo stretto, tra cui la terribile divisione Goering, che si troveranno davanti per tutta la campagna. Se bloccavano lo stretto, li imbottigliavano e, con la supremazia aerea ne facevano polpette. Ma questo è il senno di poi.