Fra il 2030 ed il 2050, stando alle prospettive attuali, ci saranno 250.000 decessi in più all’anno a causa dei cambiamenti climatici.
E’ il drammatico allarme lanciato, durante la Conferenza sul Clima di Marrakech , dal vice direttore generale dell’OMS per la Salute della famiglia, Flavia Bustreo.
I cambiamenti climatici aumenterebbero la diffusione di malaria, diarrea, stress da caldo e malnutrizione, soprattutto tra i bambini, le donne e tra la popolazione povera più vulnerabile.
Quasi sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria, provocato soprattutto dall’insostenibilità del sistema dei trasporti e dalle fonti di energia domestica.
Inoltre, malattie trasmissibili e non trasmissibili come ictus, ischemie, diarrea e tumori, sono quasi per un quarto attribuibili a fattori di rischio ambientale modificabili.
“Ad essere particolarmente colpiti dai fattori ambientali e dagli effetti del cambiamento climatico sono molto spesso i soggetti più vulnerabili, inclusi donne e bambini – ha dichiarato alla conferenza di Marrakech la Bustreo .
Un esempio di stretta correlazione tra il cambiamento dei vettori che trasmettono malattie infettive e la salute materna ed infantile, è stata la recente epidemia Zika.
Molto probabilmente legata a un cambiamento climatico nei paesi.
E ancora, le zanzare vettori di malaria oggi sopravvivono ad altezze sul livello del mare molto più elevate rispetto a dieci anni fa, come gli altopiani dell’Etiopia e del Kenya, dove la malaria non era più presente da molti anni”.
Peraltro, nei paesi sviluppati solo il tre per cento degli investimenti sanitari è destinato alla prevenzione, contro il 97 per cento speso per cure e trattamenti, con conseguente aumento dei costi sanitari in tutto il mondo.
“L’Accordo di Parigi adottato a dicembre dell’anno scorso – ha però rimarcato la Bustreo – segna l’inizio di una nuova era nella risposta ai cambiamenti climatici.
Il mondo si è finalmente dotato di un accordo globale che riconosce la connessione tra ambiente e salute.
Il diritto alla salute deve essere il motore di azione dei governi nell’implementazione dell’Accordo”.
di Anna Catalano