Anche alla scuola primaria “Grazia Deledda” di Aprilia arriva il progetto flipped classroom.
Dopo il seminario del mese scorso alla Gramsci, quattro insegnanti della scuola Deledda hanno deciso di affrontare la sfida.
Le docenti Rosati, Grillo, Esposito e Frison hanno sperimentato nelle loro classi la nuova metodologia didattica.
Questa nasce dall’idea di invertire il tradizionale schema insegnamento/apprendimento e dare una nuova configurazione al rapporto docente/discente, servendosi delle tecnologie.
Le insegnanti hanno predisposto e caricato, in un ambiente virtuale di apprendimento, materiali in forma digitale.
Si tratta di video tutorial, presentazioni, simulazioni e testi scritti, a spiegazione della corrente del Puntinismo e della tecnica che lo concretizza.
Questo l’argomento scelto per il primo esperimento di classe capovolta.
Gli studenti a casa hanno studiato, individualmente o in gruppo, i materiali, annotando i concetti più importanti che in classe sono stati oggetto di discussione e di confronto.
Attraverso attività cooperative, hanno poi messo “in movimento” le conoscenze acquisite, realizzando i loro capolavori su tela.
Nella prima fase hanno riprodotto con le tempere, in maniera collaborativa, un quadro dei fondatori del puntinismo, George Seurat e Paul Signac.
Successivamente hanno ideato e realizzato ognuno un quadro, mettendo individualmente in campo le competenze acquisite.
L’aula è diventata quindi un luogo di costruzione dinamica delle conoscenze.
Le insegnanti ritengono che questo sia stato un momento bello e soddisfacente:
“È proprio qui – spiegano – che sta la novità dell’insegnamento capovolto.
Cambia radicalmente tutta l’impostazione dell’attività didattica.
La lezione ex cattedra, in cui il sapere viene trasmesso dall’insegnante al discente, che assorbe i contenuti seduto nel banco, viene sostituita da una metodologia in cui l’alunno diventa protagonista nella costruzione dei significati.
E l’apprendimento diventa un processo attivo.
In tutto ciò il ruolo dell’insegnante non viene sminuito, ma arricchito di nuove competenze.
Egli non è più – argomentano le docenti – l’erogatore di conoscenze e di valutazioni.
Ma diventa il progettista metodologico – didattico e tecnologico che allestisce il setting e il sostegno che guida gli alunni nella costruzione delle conoscenze.
E nella realizzazione del problem solving collaborativo“.
Le insegnanti hanno già deciso di proseguire con questa metodologia anche nel prossimo anno scolastico.
Questo perché hanno constatato l’entusiasmo con cui gli alunni hanno lavorato e l’efficacia che ha prodotto nell’apprendimento.
Stanno già predisponendo altro materiale per arricchire l’attività ed per apprendere nuove conoscenze.
Tutto organizzato ordinatamente in cartelle suddivise per unità di apprendimento.
“Ringraziamo i genitori – concludono le maestre – che si sono resi disponibili a conoscere tale metodologia presentata dai docenti nell’aula multimediale della scuola.
La loro collaborazione è essenziale affinché i piccoli allievi accedano ad internet in loro presenza”.
di Massimo Pacetti