Aprilia:la lettera di una donna esasperata dalla violenza.

Lettera aperta di una cittadina esasperata: scarpe rosse alle manifestazioni, ma alla fine le donne sono sole.

“Scrivo per non piangere. Sono una cittadina che, suo malgrado, si è trovata costretta ad abbandonare la sua casa (di proprietà) a causa delle minacce e delle vessazioni di vicini di casa (su cui pende causa di sfratto per gravi inadempienze contrattuali) e di uomini e donne di malaffare. Dopo mesi di denunce, che mi hanno vista ricevere il supporto professionale e solidale dei Carabinieri, in realtà non è cambiato nulla perché chi è chiamato a decidere (sia per procedimenti di tipo penale che civile) in realtà non lo fa. I tempi della burocrazia espongono i cittadini per bene alle angherie di gente che crede di rischiare poco o nulla. Nel lunghissimo periodo saranno probabilmente puniti, perché credo (forse a torto?) in quel valore chiamato Giustizia. Ma nel frattempo, che ne sarà di me?”

“La vicenda comincia mesi fa (il perché non entrerò nei dettagli credo si possa evincere dalla delicatezza della situazione) quando il mio palazzo, in pieno centro cittadino, venne letteralmente invaso da gente di ogni tipo, accumunata solo dall’essere poco raccomandabile. Un’inquilina, aveva infatti deciso di cominciare ad ospitare regolarmente persone coinvolte in traffici che apparivano assai strani anche ad un occhio inesperto come il mio e a convivere con un individuo davvero poco raccomandabile(peraltro già noto alle forze dell’ordine e già implicato, per sua stessa ammissione – declamata peraltro con orgoglio – in vicende giudiziarie). Così, mi ritrovavo a tutte le ore del giorno e della notte, con numerosi uomini che mezzi nudi e in un evidente stato di coscienza alterato, gridavano e circolavano nei luoghi attigui casa mia (all’interno del mio condominio).” Continua la donna.

Foto di Fabrizio Melocchi

“Quando ho cercato di chiedere (ai suddetti e all’inquilina), prima con molta educazione, poi con più decisione e veemenza, che fosse ripristinato un minimo di decoro, e che avrei preferito che traffici “strani” non ve ne fossero, le risposte della signora e dei galantuomini che frequentavano casa sua sono state di due tipi:

1. Insulti sessisti con esplicite minacce di natura sessuale (penso non sia possibile scriverli, ma assicuro che erano cose di una volgarità che offendono la dignità umana, prima che di donna).
2. La signora e quello che lei definisce il suo compagno hanno invece esplicitato con molta chiarezza che loro fanno tutto ciò che vogliono, che nessuno può far loro nulla. E che io avrei dovuto farmi i fatti miei, non impicciarmi e non stare sul balcone di casa mia (!), perché altrimenti l’avrei pagata molto cara.”

Di fronte all’intervento dei carabinieri, i signori, infastiditi dalla mia mancanza di subordinazione, hanno ridimensionato notevolmente il via vai di persone (almeno all’epoca dei fatti, non conosco la situazione odierna, non abitando più lì) ma hanno continuato, per settimane e settimane, a fare minacce di ogni tipo (sessuali, di morte, di danni a me, alla mia casa, alle mie cose e alla mia famiglia) e a causare danni alla mia abitazione e alle mie cose, con evidente scopo intimidatorio e punitivo.”

“Per i danni, mi sono risparmiata l’umiliazione di sporgere denuncia contro “ignoti”, non potendo sporgerla contro di loro (non ci sono prove, sebbene si tratterebbe di ripetute coincidenze davvero incredibili). Il non poter sporgere denuncia per atti vandalici in assenza di prove schiaccianti, è assolutamente comprensibile e necessario in uno stato di diritto, ma, in casi come questo, dona a chi delinque un vantaggio non da poco. Vantaggio di cui questa gente fa uso a piene mani.”

Ho chiamato i carabinieri numerose volte e siamo stati da loro assistiti (io e i miei familiari) nel presentare esposti e querele.Tuttavia, dopo aver dovuto abbandonare la mia casa per un luogo protetto (e vivendo per questo in una situazione di grande disagio)in realtà nulla si è mosso, nessuna decisione è stata presa, e coloro che delinquono, non pagano tasse, minacciano e sono convinti di poterlo fare perché nessuno li punirà, continuano a vivere in quella casa felici e indisturbati. Per questo mi chiedo:

a) siamo sicuri che gli episodi di Via Francia ad Aprilia non siano il sintomo di una generale sfiducia nelle istituzioni e nella convinzione ormai generalizzata, in alcune fasce della popolazione che “tanto non mi fanno niente”? Gli episodi come il mio, non sono forse quelli che scoraggiano i cittadini per bene dallo sporgere denuncia? Non sono forse quelli che favoriscono un clima basato sull’omertà e la connivenza?Non basta incarcerare uno in fretta e in furia nei casi eclatanti, se poi in situazioni di degrado, regolarmente denunciate, gli organi deputati non intervengono con delle decisioni ferme e tempestive.
b) Se io, anziché una semplice cittadina per bene, incensurata, che paga le tasse e che si è esposta per sé ma anche nella convinzione che le regole e le istituzioni meritino rispetto (peraltro sono anche assistista da un validissimo legale), fossi stata la figlia, la moglie, la sorella di qualcuno che davvero conta, sarebbe stato così difficile giungere ad una decisione? Sarei stata davvero io quella costretta ad allontanarsi dalla sua casa senza poter rientrare?”
Chiara Ruocco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *