Non trova pace l’esposizione “Un ricordo per la pace”. Ad un anno dalla decisione del Liceo A.Meucci ” di farla rimuovere dall’auditorium che la ospitava dal 2008, richiesta motivata da esigenze di spazi per “opere legate ad attività teatrali”, la mostra giace in stato di abbandono, oscurata ed addirittura transennata. Nessuna reazione del Comune di Aprilia, che ha patrocinato economicamente la mostra, cui è stata affidata gratuitamente la collezione Bonacini, oltre 300 pezzi tra oggettistica e divise militari sul tema prioritario “Aprilia in guerra : la Battaglia di Aprilia”.
Nessuna risposta del Comune di Aprilia anche alla petizione per il trasferimento dell’esposizione nel centro di Aprilia organizzata da Elisa Bonacini, erede della collezione militare e presidente dell’Associazione “Un ricordo per la pace” . Nella petizione si richiedeva al Comune di mantenere l’impegno a reperire locali per una sede definitiva nel centro storico (come da delibera di accettazione dei materiali ). La richiesta presentata in tre blocchi al Comune di Aprilia a partire da gennaio aveva trovato grande consenso popolare con la raccolta di centinaia di firme di cittadini apriliani.
In un ennesimo tentativo di risolvere l’incresciosa situazione di stallo, lunedì 30 ottobre Elisa Bonacini ha protocollato una nuova lettera indirizzata al Sindaco Antonio Terra con la richiesta specifica di uno spazio presso la Biblioteca Comunale, precisamente tra Sala Manzù e Sala Ragazzi; uno spazio di dimensioni sufficienti ad accogliere, se ben organizzato, l’intera esposizione in essere al “Meucci” creando una buona attrattiva turistica per il centro di Aprilia. La proposta si aggiunge a quella già nota di collocare la mostra in sede definitiva presso i locali attualmente adibiti agli uffici comunali al pubblico di Piazza Roma, idea presa in considerazione da alcune passate Amministrazioni tra cui quella del compianto Sindaco Domenico D’Alessio.
Non nasconde l’amarezza Elisa Bonacini : “È questo per me l’ennesimo tentativo nella speranza che, dopo oltre 18 anni di attesa, si giunga ad una risoluzione definitiva. L’ultimo tentativo a favore di Aprilia non escludendo, dopo tanta indifferenza per un progetto nato dal cuore, di affidare il materiale ad altra Città che lo sappia apprezzare.
Trovo assurdo che una mostra prestigiosa su cui è stato investito denaro pubblico debba subire tanto ostracismo nella sua valorizzazione. Perché un progetto nato dal basso a favore della collettività non deve trovare piena realizzazione? Una pena vedere in quelle condizioni reperti di inestimabile valore storico e simbolico: il sacrificio di milioni di giovani uomini provenienti da tutto il mondo obbligati a lasciare le famiglie e combattere gli uni contro gli altri, morti a migliaia nel nostro territorio nel 1944 dopo lo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno. I cimiteri di guerra da Anzio a Pomezia ricordano l’alto prezzo pagato da quella generazione. Non chiamate freddamente il contenuto della mostra “reperti militari”. Ogni divisa ha in sé una storia umana. Nelle uniformi esposte l’ “anima” di chi le ha indossate ed il cuore di chi le ha conservate con cura nel ricordo dei propri cari. Non dimentichiamolo!”