Campoverde: “Per il borgo non erano e non sono previsti vincoli”

Pres. Assinarch Aprilia: “Area servizio rispetta norme previste. Prima dell’approvazione del progetto è stata interpellata la Sovraintendenza, ma senza un reale vincolo l’organo non ha alcun potere”

Ripercorrendo da Nord a Sud le nostre strade, quello che rimane in memoria sono i paesaggi e gli ambienti rurali circostanti, degni di un museo a cielo aperto e dove la storia ha fatto il suo decorso e lasciato segni inconfondibili. Orgogliosi della nostra terra, luogo di percorsi culturali, storici e turistici, il contesto circostante assume una maggiore validità quando esso viene rispettato in tutta la sua interezza da nuovi interventi affinché il territorio non venga danneggiato. Campoverde è uno dei fiori all’occhiello della campagna Pontina. Situata tra Aprilia e Latina, il borgo presenta un importante valore archeologico ed architettonico, sommariamente deturpato dalla super strada 148 Pontina e prossimamente anche da un’area di servizio.

Il distributore di proprietà della Fiamma 2000 è stato al centro di numerose polemiche, attribuibili – secondo gli esperti – ad un’incidenza sull’impatto visivo, ambientale, facendo ipoteticamente venir meno quel tacito patto di valorizzazione relativo a quelle aree definite importanti e di dominio paesaggistico. È per questo che una fila di cittadini, capeggiati da un’archeologa, ha firmato una petizione per bloccare i lavori in virtù proprio del valore storico dell’area. Si pensava inoltre che il distributore fosse ubicato in un punto pericoloso: infatti si attesta la costruzione in prossimità di una curva. Ma in seguito ad approfonditi rilevamenti, il raggio di curvatura rispetterebbe invece le norme vigenti; per di più le autorizzazioni a quest’opera sono state richieste – come la norma prevede – all’Astral per il permesso dei passi carrabili e all’Ufficio Attività Produttive del Comune di Aprilia, il quale avrebbe dato il via libera alla realizzazione dell’area di servizio. A causa del nascere di alcune perplessità, è stato richiesto successivamente anche l’intervento della Sovraintendenza ai Beni Culturali, con il fine di salvaguardare il territorio da questa imponente opera. I lavori al momento sembrano non andare avanti, ma si presume che si tratti di una questione burocratica.

Panoramica distributore

UN PAESAGGIO DETURPATO

Secondo le prime indiscrezioni l’area di servizio dovrebbe essere formata da due piani affini. Il livello superiore probabilmente sarà riservato alle attività commerciali di utilizzo strettamene della compagnia; al piano terra invece dovrebbe essere realizzato un locale commerciale – forse un supermercato – che affaccia sul borgo a disposizione dei residenti. Tuttavia potrebbe essere stata richiesta l’autorizzazione alla società Autostrade, poiché secondo precedenti studi e progetti, la probabile e futura autostrada dovrebbe passare proprio nei pressi nell’area di servizio: “Non ho la sicurezza che l’area di servizio intralci la futura e forse irrealizzabile rete autostradale Roma-Latina – ci spiega Roberto Nuti, Architetto e Presidente dell’Assinarch di Aprilia – è possibile invece che se i nostri dubbi fossero fondati, il tracciato potrebbe aver subito modifiche; se l’autostrada transiterà troppo vicino al borgo di Campoverde sarebbe un danno, in barba tuttavia al vincolo paesaggistico. Lo skyline è stato tremendamente modificato dalla Pontina e il tracciato suddetto andrebbe a peggiorare la situazione.

Il borgo è stato concepito secondo una logica architettonica del passato, ed è per questo che la simbiosi tra architettura e archeologia è reale; l’architettura è una disciplina che non implica distruzione, ma nasce per una migliore antropizzazione del territorio. L’Italia è un Paese con una tradizione architettonica impressionante, mi domando come sia stato possibile dare origine ad un degrado del genere. C’è una mancanza di ‘educazione allo sguardo’ a un livello generale: Aprilia è frutto di una cultura architettonica di tutto rispetto, dal centro storico alle periferie, e la poca attenzione riservata nel tempo, ha portato ad un distaccamento nel dialogo tra passato e presente e questo è quello che sta succedendo a Campoverde. Si è avvertita una mancanza di sensibilità e attenzione nei confronti del passato sia da parte dello Stato che da quella del privato in un borgo per cui non erano e non sono previsti vincoli di alcun genere.”

Ipotetico tragitto autostrada

Ipotetico tragitto autostradale?

PERCHE’ IL BLOCCO DEI LAVORI?

Per una maggiore chiarezza di informazioni, l’Architetto e Presidente dell’Assinarch della sede di Aprilia, Roberto Nuti, nella figura di coordinatore della sicurezza dei lavori, spiega e chiarisce alcuni aspetti: “I lavori per la realizzazione dell’area di servizio al momento risulterebbero bloccati: è un ritardo legato al processo formativo della pratiche che come al solito richiedono del tempo per una loro produzione e per i permessi. Questo piccolo intoppo è probabilmente dovuto ad un adeguamento relativo alla sicurezza stradale che prevede i collaudi necessari. L’opera in toto rispetta le norme previste: è perfettamente in linea con la normativa stradale vigente. Prima dell’approvazione del progetto è stata interpellata la Sovraintendenza, ma senza un reale vincolo l’organo non ha alcun potere ed è per questo motivo che l’associazione culturale Assinarch non ha potuto opporsi, mancavano i presupposti. Opposizione che si è invece fatta sentire per interrompere i lavori al granaio. Sottolineo inoltre altre azioni incisive dell’associazione: ad esempio per piazza Roma, nei confronti dei piani di recupero, nel rispetto del piano paesaggistico, il tutto in maniera collaborativa, perché per sensibilizzare non occorre sempre lo scontro ma il dialogo pacifico, che non concede un risultato immediato ma con tenacia qualcosa si ottiene.”

GARANTIRE SICUREZZA DEGLI AUTOMOBILISTI

La recente opera a Campoverde è stata ubicata superiormente alla sommità di un terreno prima di proprietà di un privato che – secondo indiscrezioni – sarebbe molto vicino alla politica apriliana del passato. “Il distributore annesso alla Pontina – ci spiega l’Arch. Roberto Nuti – è un impianto integrativo ed in virtù proprio di dove è situato, i costi per la sua costruzione sono stati più alti. Per garantire la sicurezza degli automobilisti, la società padrona dell’area di servizio, ha richiesto l’installazione di un cartello che invita i conducenti a rallentare in prossimità e in uscita dal distributore informando gli stessi della presenza di un autovelox. Tuttavia quello che mi sta più a cuore in questo momento è reperire ragguagli ed informazioni dalla Sovraintendenza riguardo la futura ed improbabile realizzazione dell’autostrada, ed evitare in questo modo di schiacciare ulteriormente il borgo di Campoverde e magari sollecitare gli addetti allo spostamento del tracciato. Ma ciò è ancora tutto da vedere. Il mio rammarico e dispiacere è di non essere stata mai presa in considerazione l’idea di creare una fascia di rispetto per Campoverde da parte della Regione Lazio, poiché qualora andasse in porto questo concetto, il distributore si troverebbe fuori della stessa fascia.”

L’architetto scongiura anche l’abbattimento del ponticello, simbolo di un legame tra passato e presente: “Il ponticello che passa a ridosso della Pontina, che risale al periodo ottocentesco, non verrà assolutamente abbattuto; il suo valore affettivo è inestimabile: è un’icona del luogo anche se non può essere considerato tale da un punto di vista architettonico.”

Panoramica distributore 2

Tante le informazioni e delucidazioni, ma nulla che lasci posto e conferma del ritrovamento di massi o in particolare di reperti archeologici che potevano far presagire la chiusura del cantiere o il blocco definitivo dei lavori. Tuttavia se mai ci fossero stati adesso sarebbero ricoperti da metri e metri di terra, abbandonati per sempre all’oblio.

Melania Orazi

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